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15 Gennaio 2024ATTACCO ALLA GIUSTIZIA – Riunione. Giovedì Nordio ha visto i sottosegretari: vuole accelerare sul ddl che “omissa” i nomi di politici e limita il trojan
DI GIACOMO SALVINI
Dopo l’emendamento per cancellare i nomi delle persone non indagate dai verbali delle intercettazioni, il governo Meloni ha intenzione di approvare un disegno di legge per limitare le informazioni utilizzabili dopo il sequestro di un cellulare e renderle segrete almeno fino a un’udienza davanti alle parti. Un provvedimento, di cui si è già parlato nei giorni scorsi, ma che giovedì ha avuto un’accelerata: infatti si è tenuta una una riunione al ministero della Giustizia tra il Guardasigilli Carlo Nordio e i sottosegretari Francesco Paolo Sisto (Forza Italia), Andrea Ostellari (Lega) e Andrea Delmastro (Fratelli d’Italia), nel corso della quale si è deciso che questo nuovo provvedimento sarà approvato in uno dei prossimi Consigli dei ministri (non quello di domani). La norma arriverà entro inizio febbraio.
Il provvedimento ricalcherà il disegno di legge in discussione in commissione Giustizia al Senato e firmato dai senatori Pierantonio Zanettin (Forza Italia) e Giulia Bongiorno (Lega) che non è mai stato votato. Adesso il governo lo farà suo. Il testo non è ancora definito, ma Il Fatto è in grado di anticiparne il contenuto. Su tutto un principio: utilizzare per i dati degli smartphone le stesse garanzie relative alle intercettazioni. Nello specifico, il primo obiettivo sarà quello di evitare che gli investigatori possano acquisire tutti i dati presenti sui cellulari e dispositivi informatici sequestrati applicando gli stessi paletti delle intercettazioni. Quindi servirà un provvedimento motivato del giudice in cui dovranno essere indicati i dati che si intendono acquisire per le indagini e il relativo periodo di tempo. Inoltre, fino all’udienza tra le parti interessate, questi dati dovranno rimanere segreti e conservati all’interno dell’archivio digitale per le intercettazioni.
La norma sarà ispirata dall’indagine conoscitiva delle intercettazioni promossa dalla leghista Giulia Bongiorno. Qui si legge: “Al fine di uniformare il livello delle garanzie” si dovrebbe “far confluire i dati tratti dal telefonino sequestrato nell’Archivio delle intercettazioni e nell’assicurare il segreto investigativo fino al momento della selezione del materiale utile eseguita dal pubblico ministero” che sarà condotta secondo “il principio del contraddittorio delle parti”.
Nel ddl dovrebbe anche entrare una norma già presente nella proposta Zanettin-Bongiorno: il contraddittorio dovrà tenersi entro 5 giorni dal sequestro e gli indagati dovranno essere informati sui dati che gli inquirenti vogliono conservare. Per evitare possibili manomissioni di questi dati sarà poi introdotta la copia forense di tutto il dispositivo e le informazioni non utilizzate dovranno essere distrutte. Nella riunione di giovedì al ministero si è parlato anche della questione del cloud: spesso negli smartphone sono contenuti dati presenti nei pc che non sono oggetto di sequestro. Così si sta studiando una forma di limitazione di questi contenuti. Nel provvedimento potrebbe entrare anche una norma per circoscrivere l’utilizzo del trojan ma questo è un tema che divide la maggioranza e potrebbe restare fuori.
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