Matteotti, la svolta di Meloni “Un uomo coraggioso ucciso da una squadraccia fascista”
31 Maggio 2024Grasso “Nordio offende Falcone non voleva le carriere separate”
31 Maggio 2024Il parlamentare di Avs Devis Dori
Alessandra Arachi
ROMA Devis Dori, lo scranno numero 14, l’ultima fila a sinistra nell’emiciclo di Montecitorio, guardando dalla postazione del governo…
«Lo scranno di Giacomo Matteotti».
Era il suo posto alla Camera, fino a ieri…
«Un grande onore. Da ieri invece si è deciso di lasciarlo vuoto, per sottolineare l’importanza e il valore di quello scranno».
E lei dove è andato a sedersi?
«Ci sono molti posti liberi alla Camera da quando c’è stato il taglio dei parlamentari. Come appartenente al gruppo di Alleanza verdi e sinistra mi è stato dato un posto in prima fila».
Come è venuta fuori questa decisione di lasciare vuoto il posto di Matteotti?
«L’ho proposto io quando ho saputo che proprio quello scranno era stato suo».
Quando lo ha saputo?
«L’estate scorsa. Il collega del Pd Federico Fornaro ha fatto delle ricerche per le celebrazioni del centenario dalla morte del deputato e si è saputo. Ci sono delle foto dove si vede molto bene».
Lei quando ha iniziato la legislatura non lo sapeva?
«No, no».
È la sua prima legislatura questa?
«La seconda, ma durante la prima non ero seduto lì».
E quando ha saputo?
«Mi sono molto emozionato. Abbiamo bisogno di celebrare, di ricordare un simile eroe antifascista. Devo dare atto al presidente Lorenzo Fontana di aver accettato immediatamente la mia proposta».
Abbiamo bisogno
di ricordare un simile eroe
Devo dare atto al presidente della Camera Fontana
di aver accettato immediata-mente
la mia proposta
Quando gliel’ha fatta?
«Alla vigilia della festa della Liberazione. Il 24 aprile in Aula. Ma se del presidente Fontana si può sottolineare la sua immediata disponibilità, non lo stesso si può dire dei deputati della maggioranza».
Perché?
«Nessuno ha appoggiato la mia proposta. Mentre la facevo sono usciti dall’Aula. Parlavo dallo scranno di Matteotti, loro non hanno neanche ascoltato».
Che altri interventi ha fatto, che possono essere rilevanti, da quando ha saputo di parlare dal posto di Matteotti? Vuole citarne qualcuno?
«Sì, l’ultimo».
In occasione di…?
«L’anniversario della strage di Brescia».
Ha fatto un intervento di commemorazione?
«Ho fatto un intervento di dura critica nei confronti del governo».
Perché?
«Non c’era nessun membro del governo in Aula, nemmeno un sottosegretario. Eppure non era una ricorrenza qualsiasi, sono passati cinquant’anni da questa orribile strage, un attentato terroristico di matrice neofascista. E non si può dire che questa commemorazione sia stata organizzata all’ultimo momento».
Adesso sullo scranno di Matteotti devono ancora mettere una targa.
«Lancio un appello al presidente Fontana: mettiamola il 10 giugno, il giorno del suo assassinio».