Qualche anno fa, quando non era ancora presidente del Consiglio ma aveva già fondato Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni disse in una intervista televisiva che, se le capitava talvolta di essere più aggressiva del necessario, la ragione stava nella necessità di autodifendersi: “Sono donna, alta meno di un metro e sessanta, relativamente giovane rispetto all’età media di chi fa questo mestiere. Se non ti fai rispettare, ti schiacciano”, aveva spiegato.
Possibile, diciamo pure probabile, che di questa attitudine le sia rimasto attaccato qualcosa anche ora che difendersi è decisamente più comodo, per status e potere, ed è facile che a restare schiacciati siano più i suoi avversari che lei. L’arrivo a Palazzo Chigi non sembra insomma aver cambiato molto Meloni, il che può essere un pregio e un vanto in alcuni casi, ma anche un difetto di adattamento al ruolo in altri. Il sovrappiù di ansia nel dimostrare di essere sempre pronta, all’altezza e operativa forse dipende un po’ anche dalla sua formazione politica, intrisa di superomismo più che di femminismo: “il” presidente del Consiglio.
Sta di fatto che anche Meloni ha dovuto accettare di saltare un giro, disertando ieri la convention di Fratelli d’Italia, e lo ha fatto con un messaggio stavolta più morbido e autoindulgente, senza rilanci e senza post scriptum: “Sono umana, devo fermarmi”. Giusto e comprensibile, le ragioni private che sono alla base di questa decisione vanno senz’altro pienamente rispettate.
Più complicato è accettare lo sfogo della sorella Arianna, la quale ha ieri definito “gossip” il giornalismo che si occupa delle questioni personali della presidente del Consiglio. Parliamo,ovviamente, della separazione da Andrea Giambruno. Una critica, quella della sorella della premier, che non può essere accolta per almeno due ragioni.
La prima è che a trasformare in pubblica la vicenda della separazione da Giambruno è stata in primo luogo la scelta di non adottare misure minime di precauzione: quando si avvertiva Meloni che era una situazione ad alto rischio quella di un compagno che andava in video ogni giorno a occuparsi anche e soprattutto di politica non si voleva creare artificiosamente un conflitto di interessi, solo segnalare l’alto tasso di spericolatezza della scelta. La seconda ragione è che Meloni stessa, con il post scriptum nell’annuncio di separazione con cui avvisa i nemici di essere più dura della roccia, vedi sopra, ha rivestito la vicenda di un forte valore politico.
Se Meloni si ritiene colpita dolosamente, la domanda è obbligatoria: da chi? Da qualcuno che ha recapitato i fuori onda di Giambruno a Striscia? Dall’azienda di proprietà dei figli del fondatore di uno dei partiti della sua maggioranza? O Meloni sbaglia a pensare al dolo, e dunque in quel post scriptum torna solo quella aggressiva tendenza all’eccesso di autodifesa. O invece Meloni ha ragione, e allora con tali questioni dovrà fare presto i conti anche il governo.