Lo scorso 1 e 2 agosto, in diverse zone del Cile, c’è stata una fortissima tempesta. L’evento climatico che ha colpito il Paese sudamericano è stato gravissimo, con raffiche di vento che superavano i 120 km orari. Ci sono state case distrutte, zone completamente allagate e il tetto dell’aeroporto di Santiago è parzialmente volato via. Ma la tempesta ha causato anche un altro, enorme e inaspettato, problema: oltre 400mila cittadini cileni sono rimasti senza elettricità nelle proprie case. La situazione ha causato non pochi problemi all’attuale governo cileno, guidato dal presidente progressista Gabriel Boric, ma al centro dello scandalo c’è una compagnia italiana: Enel.

LA NOSTRANA ENEL infatti è la più grande impresa di distribuzione di energia elettrica in Cile, con oltre 2 milioni di clienti e, nelle ultime settimane, è stata al centro della discussione politica del Paese sudamericano. Oltre 160 mila clienti di Enel infatti sono rimasti senza elettricità nelle proprie case per più di 10 giorni. Oltre centomila persone che non potevano riscaldare le proprie case, in alcune delle zone più fredde del Paese e durante un inverno particolarmente severo. I disagi causati dalla mancanza di elettricità sono stati moltissimi e in diverse zone del Paese, per giorni, ci sono state decine di proteste da parte dei cittadini, alcune violente e sfociate in incendi o repressione da parte delle forze dell’ordine.

E così, mentre in migliaia di case italiane va in onda il nuovo spot dell’Enel che narra la storia dell’impresa e in cui si mostra come il colosso italiano lavori anche in Cile, sulle prime pagine dei giornali cileni da settimane si leggono titoli come: «Lo strapotere di Enel in Cile», «Il momento più buio di Enel», «Enel: nemmeno Dio ci ha messo tanto a creare la luce» o ancora «Il paradosso di Enel, quando lo Stato italiano ha più potere di quello cileno sull’energia in Cile». Il problema infatti, inizialmente causato dalla caduta di centinaia di pali elettrici dovuta al fortissimo vento, è presto cresciuto da diatriba politica a tensione diplomatica fra i due Stati.

DOPO UNA SETTIMANA dalla tempesta infatti il presidente Gabriel Boric ha dichiarato pubblicamente di aver richiesto al ministro competente di rivalutare la concessione data a Enel da parte dello Stato cileno e lo scorso mercoledì è cominciato il processo di rivalutazione. Mentre lo scorso 9 agosto l’ambasciatrice italiana in Cile ha incontrato il ministro degli Esteri Alberto van Klaveren per discutere della situazione.

E ancora oggi il contesto è critico: sono quasi 14mila i cittadini cileni che sono ancora senza elettricità, nonostante le solerti promesse dei CEO dell’impresa. Un momento nero per Enel in Cile, a cui il governo ha posto 3 ultimatum prima di procedere definitivamente con la revoca della concessione.

Ma le proteste dei cittadini non si placano. Sono di ieri le immagini delle manifestazioni nella zona della capitale Quinta Normal, in cui si vedono decine di cittadini che protestano con cartelli su cui si legge «vogliamo la luce» o «la luce è un diritto». Ma, indipendentemente da come finirà, sia che Enel riesca a mantenere la concessione o meno, il danno alla reputazione dell’impresa italiana sembra essere ormai molto grave. Nelle ultime settimane, sulle pagine dei principali giornali o nelle trasmissioni radiofoniche e televisive più seguite in Cile, si è aperto un dibattito che sembra essere destinato a durare a lungo sul ruolo e il potere che Enel ha nel Paese latinoamericano.

E NON È CERTO LA PRIMA VOLTA che l’impresa italiana è al centro di forti polemiche in Cile: Enel negli ultimi anni è stata più volte multata e riconosciuta responsabile di gravissime violazioni ambientali. Gli impianti a carbone di Enel nella città cilena di Coronel nel 2016 sono stati al centro di un grave scandalo quando nelle analisi del sangue di centinaia di cittadini sono state trovate dosi allarmanti di metalli pericolosissimi per salute umana (fra cui arsenico, mercurio, cadmio e nickel).
Mentre negli ultimi anni sono tantissime le polemiche suscitate dagli impianti idroelettrici presenti nella baia di Quintero, che era una delle zone di villeggiatura più famosa del Cile e dove oggi il mare non è più balneabile a causa dell’inquinamento provocato dagli impianti, proprietà di vari soci fra cui spicca Enel.

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