Le reazioni del mondo accademico
Il rettore di Pisa e dell’università per stranieri di Siena, la rettrice del Sant’Anna, il direttore della Normale
di Azzurra Giorgi
La parola più ricorrente è: sconcerto. Per le violenze avvenute a Pisa e, pressoché in contemporanea, a Firenze. Si fanno sentire alcuni docenti del liceo artistico Russoli, che a Pisa ha sede in via San Frediano, la strada stretta in cui ci sono state le cariche a due passi da piazza Cavalieri. Ma anche la Scuola Normale Superiore, la Scuola Superiore Sant’Anna, l’università di Firenze, mentre il rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi, parla di « profonda preoccupazione e sconcerto » . « Piantedosi deve spiegare» tuona il rettore dell’Università degli stranieri di Siena Tomaso Montanari.
Sono 11 professori del Russoli tra chi ha assistito, chi era alla manifestazione e chi si unisce alla condanna, a raccontare quel che è accaduto fuori dal liceo pisano. «Perché si è deciso di chiudere gli studenti in un imbuto? » chiedono, scrivendo in una lettera che gli agenti a Pisa avevano chiuso via San Frediano, la strada opposta all’altezza di piazza Dante, e via Tavoleria. Così, « studenti per lo più minorenni sono stati manganellati senza motivo » , con una primacarica fuori dal liceo e poi «altre 2 contro quei giovani con le mani alzate » . Una « violenza inaudita. Ci siamo trovati — scrivono — ragazze e ragazzi delle nostre classi tremanti, scioccati, chi con un dito rotto, chi con un dolore alla spalla o alla schiena per le manganellate gentilmente ricevute » . Una « giornata vergognosa per chi ha gestito l’ordine pubblico — concludono — . Qualcuno ne deve rispondere » . Solidarietà a studenti e studentesse di Pisa e Firenze l’hanno espressa il direttore della Normale, Luigi Ambrosio, e la rettrice del Sant’Anna, Sabina Nuti: « Siamo profondamente turbati — dicono — . Come cittadini, genitori, rettori, riteniamo che l’uso della violenza sia inammissibile di fronte alla pacifica manifestazione delle idee». Il rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi, era a 80mt di distanza, in rettorato, quando è accaduto tutto: «Ho sentito una sirena, poi i colleghi mi hanno fatto vedere i video — racconta — . Nel pomeriggio sono stato col sindaco alla riunione con prefetto e questore: si sonoimpegnati a far luce sulla vicenda e io ho fiducia nelle istituzioni. Quel che è certo che ci sono stati nostri universitari e studenti delle superiori feriti. Questo non deve succedere, specialmente in una città come Pisa che fa dell’università il suo perno. Non era mai accaduto. Noi crediamo nel confronto: proprio per questo avevamo già previsto per il 14 marzo una riunione aperta del Senato accademico » . In quell’occasione ci saranno mozioni anche di gruppi studenteschi sulla Palestina ma anche su industria bellica e fossile. «Le autorità facciano chiarezza » fa sapere, in una nota, l’Università di Firenze che esprime con « fermezza la propria contrarietà a ogni forma di violenza» e ribadisce «il proprio impegno a favore del dialogo » . Il comitato genitori del liceo Michelangelo esprime solidarietà agli studenti. E si rivolge direttamente a Matteo Piantedosi il rettore dell’Università per stranieri di Siena, storico dell’arte e fondatore dell’Associazione 11 Agosto Tomaso Montanari: « Stiamo velocemente scivolando all’inferno. Il ministro dell’Interno deve spiegare se la Costituzione antifascista è ancora vigente».