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28 Settembre 2023Tanti allo sportello del Sunia. «In quei palazzi spese su fino al 30% e turisti in oltre il 50% delle case»
Jacopo Storni
Stefano Bartoli vive al civico 10 in Borgo San Lorenzo. Attorno alla sua casa ci sono quasi esclusivamente ristoranti e negozi. E nel suo palazzo sette appartamenti su dieci sono diventati Airbnb. Lui si sente circondato: «Mi sento ospite a casa mia». Non è soltanto una sensazione, è quello che succede quotidianamente: «I turisti sembrano padroni del condominio. Trovo spesso nell’androne del palazzo cataste di lenzuola sporche in attesa di essere lavate, sulle scale si trovano monopattini e biciclette nonostante ci sia il divieto di introdurli, a volte sento musica e schiamazzi fino a tarda notte, devo dormire con le finestre chiuse perché alcuni condizionatori degli appartamenti per turisti sono obsoleti e fanno rumore». E ancora: «L’altra sera sono rientrato nel portone di casa e c’era una turista inglese sdraiata per terra che fumava uno spinello, le ho chiesto di farmi passare per entrare in casa mia». Ma non è soltanto la geografia del palazzo a cambiare. Anche il quartiere cambia di conseguenza: «Non ci sono più ferramenta, elettricisti, meccanici. Per andare a comprare un paio di pinze, mi tocca prendere la macchina e andare in periferia, è paradossale». Anche il piccolo supermercato Conad vicino casa sua, dice Stefano, ha cambiato faccia: «In bella vista ci sono soprattutto i prodotti per turisti, e i prezzi sono aumentati».
Quella di Stefano è soltanto una delle 97 storie raccolte dallo sportello «Questo condominio non è un albergo», progetto di Sunia, Progetto Firenze e Cgil per documentare la «turistificazione» dei condomini del centro. I problemi denunciati dai residenti sono sempre gli stessi: rumori a tutte le ore, bivacchi negli spazi comuni, biancheria sporca in attesa di ritiro, via vai di estranei, senso di insicurezza, rifiuti abbandonati, abuso dei servizi come il sovraccarico degli ascensori, più frequenti lavori di manutenzione, aumento degli interventi di spurgo, aumento dei costi condominiale dal 10 al 30%. Non ultimo, come detto dal signor Bartoli, il cambiamento del tessuto sociale del quartiere, permeato dall’eccesso di turisti che contribuiscono al cambiamento dell’offerta degli esercenti, sempre più improntati a soddisfare chi viene dall’estero per visitare la città. In molti dei palazzi dai quali sono arrivate le segnalazioni, oltre il 50% degli appartamenti è destinato ai turisti.
Visto l’interesse scaturito dall’iniziativa dello sportello (che resta aperto a Firenze il martedì dalle 10 alle 13 alla sede del Sunia), nelle prossime settimane saranno attivati sportelli analoghi a Lucca, Siena, Pisa e Arezzo. E nei palazzi del centro con Airbnb saranno affissi adesivi con scritto «Questo condominio non è un albergo».«Serve urgentemente una legge nazionale efficace contro il dilagare degli affitti turistici — hanno spiegato Laura Grandi del Sunia e Grazia Galli di Progetto Firenze — Purtroppo, ad oggi, la bozza della proposta di legge elaborata dal Ministero del Turismo presieduto dalla Ministra Santanchè non fornisce strumenti utili e strutturali per governare con efficacia il fenomeno». Inoltre, l’auspicio è che il testo unico regionale sul turismo e la legge regionale in tema di governo e pianificazione del territorio, meglio nota come legge Marson, «siano modificate in modo da garantire ai Comuni uno strumento efficace per limitare gli usi turistici dei palazzi e garantire che i centri urbani non si svuotino di residenti e di attività economiche e produttive non incentrate sul turismo mordi e fuggi».
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