Il leader leghista lancia una misura da approvare al massimo entro metà maggio, in piena campagna elettorale per le Europee Un decreto per sanare “lievi difformità o irregolarità strutturali” senza nuove cubature. Può riguardare l’80% delle abitazioni
ROMA — Un decreto “Salva Casa”, detto anche “Pace edilizia”, da varare entro aprile, al massimo metà maggio. O un emendamento al decreto Superbonus. Eccola la sorpresa elettorale del vicepremier Matteo Salvini, a ridosso delle europee di giugno. Sanare le «lievi difformità» o le «irregolarità strutturali» che «interessano l’80% del patrimonio immobiliare italiano» – dato fornito a Salvini dal Consiglio nazionale degli ingegneri – e «bloccano le compravendite». Ma la premier Giorgia Meloni lo gela subito: «Non ho letto la norma. E non posso commentare ciò che non ho letto». Un modo per frenare gli entusiasmi dell’alleato: «Salvini mi accennò qualcosa diverso tempo fa, ma non sono in grado di esprimere un giudizio», dice Meloni aPorta a Porta . Ammettendo così di non essere stata informata della fuga in avanti: «Ho letto il comunicato del ministero dei Trasporti che parla di sanare piccole difformità interne, cioè se hai alzato un tramezzo per fare due stanze dove ce n’era una. Se è questo parliamone, è ragionevole». Il tema d’altro canto è assai popolare in un Paese come l’Italia con 32 milioni di abitazioni, di cui 20 milioni di prime case. E il 77% delle famiglie che vive in immobili di proprietà. Meloni lo sa bene. Anche l’opposizione annusa l’aria di super-sanatoria e insorge: «È l’ennesimo condono edilizio, un Salva-Salvini», dicono Pd, M5S, Avs. Viceversa, professionisti e costruttori: «Non è un condono, se non si aumentano le cubature. Solo buon senso». Tutto sta a definire le “lievi difformità”. Un tramezzo che non c’era in planimetria. Una finestra spostata. Un soppalco. Una veranda chiusa. Un bagno che nelle carte originarie era un C2, un deposito. Inciampi da sanare, con una sanzione e una Scia. Dice Salvini ad una cinquantina tra enti, istituzioni, associazioni, ordini: «Puntiamo al pieno utilizzo degli immobili che non versano in una condizione di totale abusività, ma che non sono pienamente “commerciabili”, a causa di rigidità amministrative». Esclusi gli immobili abusivi, dunque. Dentro tutto il resto.
Ad ascoltare ci sono, tra gli altri, gli ordini degli architetti e degli ingegneri, i Comuni rappresentati dall’Anci, i costruttori dell’Ance, Confedelizia. Convocati già a dicembre e gennaio, ieri hanno ascoltato il ministro tirare le fila del suo progetto. Subito un decreto legge o comunque «norme di carattere “urgente” per favorire le regolarizzazioni delle lievi difformità edilizie». Poi nel medio-lungo termine, «una legge delega al governo per il riordino del Testo unico dell’edilizia del 2001 e della normativa sulle costruzioni».
Nel progetto di Salvini c’è anche un “Piano nazionale sulla casa” a tutto tondo per aumentare il numero di immobili sul mercato, abbassare canoni d’affitto e prezzi di vendita. Che si sostanzia in un “Piano strutturato di edilizia popolare e sociale” per venire incontro all’emergenza affitti che ha travolto studenti, giovani coppie, lavoratori in trasferta. Nell’immediato però il decreto “Salva Casa” sembra perfetto. Lì dentro il ministro punta ad abolire l’obbligo di “doppia conformità” alle leggi, quelle dell’epoca di costruzione dell’immobile e di oggi, spesso impossibile per case anteriori al 1977. A sanare tutte le difformità “formali” e “interne” alla singola abitazione. Ad agevolare il cambio di destinazione d’uso degli immobili.
E anche a riparametrare la soglia di tolleranza costruttiva del 2%, voluta dal governo Conte II nel 2020: entro il 2% di maggiori lunghezze, altezze, superfici e volume non è abuso. Salvini vuole tararla sulla dimensione della casa: la percentuale decresce al crescere dei metri quadri, perché «un conto è tollerare il 2% su500 metri quadri, un conto il 2% su 50 metri quadri», spiega Gian Battista Baccarini, presidente della Federazione agenti immobiliari.
Per Baccarini, «la pro posta di Salvini non è un condono, ma punta ad agevolare il mercato immobiliare e mettere gli operatori in grado di svolgere transazioni in piena legalità». Anche IreneSassetti, consigliera del Consiglio nazionale degli ingegneri, spiega che «non si è mai parlato di aumentare le cubature, solo di immettere sul mercato immobili che hanno piccole difformità, per aumentare l’offerta». Per gli ingegneri è «fondamentale non minare in nessun caso la sicurezza strutturale dei fabbricati».