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8 Agosto 2024E il Codacons: al Tar contro lo stop agli airbnb
Giulio Gori
Non solo le vendite online, ma anche la trasformazione turistica delle città dà un duro colpo alla resistenza del tessuto commerciale. A dirlo è Confesercenti Toscana che segnala che, dal 2013 al 2023, le aperture di nuovi esercizi sono crollate del 52%. Senza considerare le attività di somministrazione i dati sarebbero ben peggiori: «Se le aperture di nuovi ristoranti diminuiscono, di ferramenta in pratica non ne aprono più», dice Nico Gronchi, presidente toscano di Confesercenti.
L’associazione va oltre e, con in mano dati nazionali, afferma un rapporto di causa-effetto tra la moltiplicazione delle locazioni turistiche brevi e la scomparsa delle attività commerciali: è in atto «una metamorfosi per i nostri centri urbani: gli appartamenti diventano attività ricettive, i negozi ed i servizi essenziali spariscono». Dal 2014 al 2024, in tutto il Paese, airbnb, affittacamere, case vacanze, b&b, residence, hanno un saldo positivo di 20.833 unità, con un aumento del 147%. E se nei paesini sotto i 5 mila abitanti queste realtà turistiche sono cresciute dell’80%, nelle città sopra i 250 mila abitanti (spesso le più visitate dai turisti) si arriva a un più 204%.
«La deregolamentazione in cui si è sviluppato il mercato degli affitti brevi in Italia ha già portato a gravi squilibri, favorendo le “non imprese” e svuotando molte località di residenti e sostituendole con turisti. Un processo che contribuisce a rendere meno sostenibili le imprese del commercio di vicinato, già in difficoltà per la concorrenza delle grandi catene e delle piattaforme di eCommerce. Così si rischia di trasformare le nostre località turistiche in gusci vuoti, privi di servizi per chi vi abita tutto l’anno — dice ancora Gronchi — Occorre una legge nazionale per affrontare questo tema».
Se Confesercenti si schiera contro la proliferazione degli airbnb, il Codacons rema nella direzione opposta. E si unisce a chi nei giorni scorsi aveva annunciato il ricorso al Tar contro lo stop alle nuove locazioni brevi nell’area Unesco decisa da Palazzo Vecchio: «Come la precedente anche questa norma viola una serie di norme e principi costituzionali», dice il Codacons.
E se da Roma, il governo, dopo aver annunciato l’aumento della tassa di soggiorno (con una nuova parametrazione basata sul prezzo e non sulle stelle, con tanto di stangata agli hotel di lusso e agli airbnb) ieri ha fatto un passo indietro, la sindaca di Firenze Sara Funaro chiede un confronto: serve «una distribuzione che non sia solo sul prezzo, ma che possa essere sulle stelle, perché è quella che semplifica tanto sia da un punto di vista di classificazione».
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