Per correre come possibile sindaco, però, il rettore dell’Università per stranieri di Siena avrebbe rilanciato, chiedendo un accordo con il Pd. E Schlein, che lo ha visto ai funerali di Staino, gli ha parlato di un confronto futuro
di Ernesto Ferrara
Un patto per fare di Firenze nel 2024 il laboratorio di un nuovo centrosinistra. Con Tomaso Montanari candidato sindaco. Non è chiaro se la proposta sia già arrivata al Nazareno o sia questione di poco. Eppure da qualche giorno la trama di un’intesa complicatissima tra i 5 Stelle e il Pd sta rimbalzando sui tavoli della politica cittadina e romana. Sfidando previsioni e progetti già in campo. Il leader del Movimento Giuseppe Conte ha individuato nel rettore dell’Università per stranieri di Siena e paladino della sinistra fiorentina Montanari la figura giusta per la candidatura a sindaco l’anno prossimo. Glielo ha già chiesto e richiesto in una serie di incontri e conversazioni degli ultimi mesi, senza però mai trovare sponde. Chi ha parlato con Montanari racconta che all’ex premier avrebbe fatto capire di avere un impegno preso con la comunità accademica senese da portare a termine. Eppure una possibilità che Montanari possa accettare c’è. E adesso salta fuori: secondo più fonti lo storico dell’arte a Conte ha chiarito che non accetterebbe una candidatura targata solo 5 Stelle ma che sarebbe ampiamente disponibile a valutare una discesa in campo nel caso in cui fosse un asse Pd- Movimento, se fossero Conte e la segretaria dem Elly Schlein ad avanzare la proposta. Non un corsa di bandiera ma lo scenario di un cambio di rotta politico e simbolico che farebbe di Firenze un modello nazionale, è la suggestione evocata da Montanari. Per questo l’ex premier si starebbe già muovendo. Deciso a portare l’idea al tavolo della leader del Pd.Avance che difficilmente potrà avere un sì netto da Schlein, anche se solo pochi giorni fa la segretaria ai funerali di Staino in Palazzo Vecchio ha incrociato Montanari anticipandogli la volontà molto generica di un confronto. Lo storico dell’arte è da anni bestia nera del Pd fiorentino, prima arcinemico del renzismo, quindi addirittura querelato dal sindaco Nardella per aver parlato di una città in vendita. Eppure ultimamente Montanari ha ritrovato un dialogo con un pezzo del Pd fiorentino, quello schleiniano, ed è un fatto anche che più mosse della giunta Nardella nell’ultimo periodo ( dallo stop agli studentati in giù) rendono meno complicato un confronto con il rettore. Raccontano che Conte sia straconvinto di Montanari: gli avrebbe offerto la candidatura a sindaco o in alternativa quella sicura da capolista alle Europee nel collegio Italia centrale. Un asse benedetto da Schlein su Montanari suonerebbe forse come fumo negli occhi per la classe dirigente del Pd fiorentino, eppure secondo più osservatori della politica fiorentina forse l’elettorato dem non avrebbe tutti questi problemi a sostenerlo. Ragion per cui Schlein potrebbe lo stesso coinvolgere lo storico dell’arte: se non da candidato da sostenitore nella partita nazionale di Firenze 2024. Per cui anche Nardella è ormai abbastanza convinto che l’intesa coi 5 Stelle vada tentata. A prescindere da Montanari. Tanto più ora che l’accordo con Renzi si fa più dfficile: « Vanno verificati i punti di contatto con tutti, prima gli alleati come Iv. Con M5S, Azione, Sinistra Italiana e Verdi, bisogna aprire un confronto sui contenuti » diceva ieri il sindaco. Intanto in Palazzo Vecchio nuovostrappo dem-renziani in commissione su una mozione sulle multe proposta da Iv: il Pd non l’ha votata, tutti tranne Piccioli. Delreiano doc.