Il mandato d’arresto firmato dal giudice belga Claise. Ad accusare il politico napoletano è il suo ex assistente Francesco Giorgi “Erede di Panzeri, aveva contatti diretti con l’ambasciatore a Varsavia Abderrahim Atmoun. Ma Rabat pagava meno del Qatar”
«È implicato per il Marocco»: le accuse di Francesco Giorgi aprono un nuovo capitolo del caso Qatargate e travolgono l’europarlamentare del Pd Andrea Cozzolino. L’ex ragazzo prodigio della sinistra napoletana è finito nel carcere di Poggioreale con le accuse di corruzione e riciclaggio. Il mandato di arresto firmato dal giudice belga Michel Claise gli è stato notificato ieri sera dalla Guardia di Finanza al culmine di una giornata tesa.
In mattinata viene perquisita la sua casa di Bruxelles e scattano i sigilli all’ufficio di deputato. Nel pomeriggio, lo cercano anche nella sua abitazione partenopea, ma non lo trovano. È in una clinica per accertamenti, quando arrivano gli investigatori. Nella notte, il trasferimentoin cella.
In 23 pagine, gli inquirenti ricostruiscono il suo coinvolgimento nell’inchiesta che da dicembre scuote la politica europea. «A vostra domanda, rispondo che i deputati corrotti sono Tarabella e indirettamente Cozzolino», mette a verbale Giorgi, ex assistente del parlamentare italiano e compagno della (ormai ex) vicepresidente dell’Eurocamera, Eva Kaili, tuttora in cella. Come Cozzolino, anche l’europarlamentare belga Marc Tarabella è stato arrestato ieri. Per entrambi, il 2 febbraio scorso era stata revocata l’immunità parlamentare. Dal 2019, Cozzolino era presidente della delegazioneper le relazioni con i paesi del Maghreb e l’unione del Maghreb arabo, co-presidente della commissione parlamentare mista Marocco-Ue, e dal 2022 membro della commissione d’inchiesta del Parlamento Ue Pegasus. Ma ora su tutta questa attività pesa il sospetto di orientamenti politici pilotati dalle tangenti.
Afferma Giorgi: «Cozzolino aveva contatti con Abderrhaim Atmoun (l’ambasciatore del Marocco in Polonia, ndr ) grazie a Panzeri», ex europarlamentare del Pd, ora in carcere. E aggiunge: «Panzeri era il presidente della commissione Maghreb, poi passò il testimone a Cozzolino». Secondo l’accusa, il parlamentare italiano veniva pagato «con vestiti e cravatte. Non conosco gli importi esatti ma è meno dei qatarioti, parliamo di qualche decina di migliaia di euro», si legge. Agli atti c’è anche un’intercettazione tra Panzeri e Giorgi che si sarebbero accordati per «collocare sia Cozzolino sia Kailinella commissione speciale Pegasus », nell’intento di difendere gli interessi del Marocco. Atmoun viene definito negli atti una persona «con un ruolo chiave in un caso di corruzione ». Cozzolino aveva «contatti diretti » con Atmoun. Nelle carte si fa riferimento a diversi incontri fra i due. Il primo indicato nel mandato risale al 3 giugno 2021. Si vedono a Bruxelles, a casa del parlamentare italiano e avrebbero deciso di contattare con urgenza il ministro degli Esteri marocchino. Dagli elementi raccolti dai servizi belgi, «sembra che Panzeri, Giorgi e Cozzolino abbiano ricevuto direttamente fondi da Atmoun».
Un altro incontro è recente: il 1 giugno 2022, a Varsavia, Cozzolino avrebbe «non soltanto ricevuto un’onorificenza e una cravatta (indicata negli atti tra virgolette, ndr ), ma avrebbe anche discusso la linea da seguire alla commissione mista Ue-Marocco del Parlamento europeo ». A marzo 2022, Giorgi aveva inoltre contattato Panzeri per ottenere da Cozzolino una dichiarazione per il Marocco.
L’eurodeputato, 60 anni, già assessore regionale, protagonista nel 2011 del caso dei “cinesi votanti alle primarie del Pd”, è stato sospeso dal partito a dicembre. Si è sempre proclamato innocente, affermando di non aver presentato alcuna risoluzione urgente in favore del Marocco e di averne sostenuta solo una: giugno 2021, ma in una data diversa. Nei giorni scorsi, attraverso gli avvocati Federico Conte, Dezio Ferraro e Dimitri De Beco, dopo aver rinunciato all’immunità, aveva attaccato l’inchiesta: «Affidata a un pentimento interessato, pronto e conveniente, che la nostra esperienza giudiziaria ci fa guardare con sospetto e scetticismo».