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10 Giugno 2023INDUSTRIA
È il quarto calo mensile consecutivo Male i settori della carta, della chimica e della metallurgia, in crescita solo il comparto farmaceutico Inflazione ancora alta, eroso il potere d’acquisto delle famiglie
Milano
Produzione industriale in caduta libera ad aprile: l’Istat registra una flessione record del 7,2% su base annua. Per trovare dati peggiori bisogna tornare a luglio 2020, in piena pandemia. Gli unici comparti in crescita sono rappresentati dalla produzione farmaceutica e dalla fabbricazione di mezzi di trasporto.
Per il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, l’Italia risente delle difficoltà Ue. «Conosciamo il nostro sistema produttivo e siamo consapevoli che quando la Germania è in difficoltà, poi queste difficoltà si ripercuotono su tutta la filiera produttiva, e noi siamo un grande Paese esportatore in Germania e nelle grandi economie eu-ropee, con cui la nostra economia
è integrata» ha osservato il ministro riferendosi ai dati di Eurostat dei giorni scorsi sul fatto che ad aprile l’inflazione sia tornata a salire, in Italia e nell’Eurozona.
Leggendo più nel dettaglio i dati ciclici dell’Istat sulla produzione industriale viene stimato anche un calo dell’1,9%, guardando al dato mensile di aprile: per quello che risulta essere il ribasso più elevato da settembre 2022 (-2,2%). Le flessioni più ampie riguardano in riferimento ai dodici mesi l’industria del legno, della carta e della stampa (-17,2%), la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-13,6%) e la fabbricazione di prodotti chimici e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-10,9% per entrambi i settori).
Questo netto calo (-1,9% su marzo, -7,2% su base annua) «rappresenta un indubbio campanello d’allarme sullo stato di salute della nostra economia» secondo l’associazione di categoria, Confcommercio. «Dopo un primo trimestre molto al di sopra delle aspettative, i primi dati relativi al secondo quarto dell’anno evidenziano un rallentamento dell’attività. Situazione che, stando a quanto emerge dal sentiment di famiglie e imprese, potrebbe aver caratterizzato anche il mese di maggio» spiega ancora la nota della Confederazione.
«L’inflazione, nonostante il processo di rientro sia ben impo-stato, si mantiene su livelli elevati e continua ad erodere le disponibilità delle famiglie. Allo stesso tempo le difficoltà di Paesi come la Germania rischiano di impattare negativamente sul nostro sistema, né giovano i ritardi di realizzazione degli investimenti del
Pnrr. In quest’ottica è necessario guardare con attenzione anche ai dati sul turismo che, nonostante un primo trimestre brillante in termini di variazioni rispetto allo scorso anno, segnalano ancora, per il primo trimestre, un ritardo nel numero di presenze del 2% rispetto ai livelli dello stesso periodo del 2019» conclude la nota di Confcommercio.
Toni preoccupati emergono anche dall’Unione nazionale consumatori (Unc) che definisce questo crollo una «Caporetto sia per le nostre imprese sia per il Paese». Rispetto all’andamento negativo della produzione industriale per il quarto mese consecutivo il presidente dell’Unc, Massimiliano Dona sostiene che il crollo dei beni di consumo del -7,3% rispetto ad aprile 2022 «dimostra che manca una politica dei redditi e che urge ridare capacità di spesa alle famiglie, salvaguardando il loro potere d’acquisto, altrimenti gli italiani non consumano le imprese non producono» conclude Dona.