Volkswagen sciopero a oltranza
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2 Dicembre 2024Dimissioni con effetto immediato. Informati Mattarella e Meloni. Gli scioperi alla Volkswagen
di Andrea Rinaldi
Aveva definito l’elettrificazione «una pistola puntata alla tempia per l’industria dell’auto». E la prima vittima eccellente è stata proprio lui: Carlos Tavares. In una domenica agitata per l’automotive — dopo settimane di tagli minacciati da Bmw, Ford e Mercedes, con i sindacati tedeschi che promettevano scioperi a oltranza in casa Volkswagen per scongiurare la chiusura di tre fabbriche — il ceo di Stellantis ha rassegnato le sue dimissioni con effetto immediato (era stato nominato nel 2021). E il cda le ha accettate, avviando il cantiere per la successione: la nomina di un nuovo ad permanente è già in corso, gestito da un comitato speciale del consiglio — ha informato una nota di Stellantis — e si concluderà entro la prima metà del 2025. Nel frattempo, sarà istituito un nuovo comitato esecutivo presieduto da John Elkann che assumerà le funzioni prima in capo a Tavares. Gli azionisti del gruppo sono infatti Exor con il 23% dei diritti di voto (14,3% di azioni), Peugeot Invest con l’11% (7,1%) e lo stato francese attraverso Bpi con il 9,6% (6,1%). «Siamo grati a Carlos per il suo impegno costante in questi anni e per il ruolo che ha svolto nella creazione di Stellantis, in aggiunta ai precedenti rilanci di Psa e di Opel, dando avvio al nostro percorso per diventare un leader globale nel settore», ha detto Elkann, che ieri ha informato personalmente il capo dello Stato, Sergio Mattarella, e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. «Intendo mettermi subito al lavoro con il nostro nuovo comitato esecutivo ad interim, con il supporto di tutti i nostri colleghi di Stellantis, mentre completiamo il processo di nomina del nuovo ad. Insieme garantiremo la puntuale attuazione della strategia della Società nell’interesse di lungo termine di Stellantis e di tutti i suoi stakeholders». A chiarire sono però le parole del senior independent director di Stellantis, Henri de Castries: «Il successo di Stellantis sin dalla sua creazione si è basato su un perfetto allineamento tra gli azionisti di riferimento, il consiglio e il ceo. Tuttavia, nelle ultime settimane sono emerse vedute differenti che hanno portato il cda e il ceo alla decisione di oggi». Divisioni scaturite in un momento di vera crisi per l’ex Fiat, con le azioni che hanno perso il 38% in un anno e i ricavi del terzo trimestre crollati del 27% a 33 miliardi principalmente per il calo delle consegne a 1,1 milioni (-20%). Per non parlare dello scontro con l’esecutivo Meloni, scandito da botta e risposta su incentivi auto e costo del lavoro in Italia, nonché audizioni in Parlamento. «Tavares si è dimesso. I lavoratori italiani rimangono. E noi vogliamo un piano industriale e occupazionale subito», ha scritto Michele De Palma, segretario generale della Fiom-Cgil. «Ora, più che mai — ha aggiunto il segretario Fim Cisl, Ferdinando Uliano —, diventa fondamentale individuare rapidamente un nuovo amministratore delegato che possa rispondere positivamente alle istanze da noi poste e che possa in tempi brevi aprire con noi il confronto necessario per rispondere positivamente alle nostre richieste». E Rocco Palombella, numero uno della Uilm: «Ci aspettiamo nel tempo più breve possibile un nuovo management che dia discontinuità rispetto al passato rispetto agli impegni occupazionali, produttivi e industriali nel nostro Paese». Pd, Fratelli d’Italia, M5S e Avs chiedono a Elkann di riferire in Parlamento. «Siamo curiosi di sapere quanto prenderà Carlos Tavares come “premio” economico dopo la sua disastrosa gestione», si chiede ironica la Lega.
Sindacati e politica
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