Casa Museo Ivan Bruschi ad Arezzo
In mostra 34 opere realizzate nell’Italia post bellica e negli anni Cinquanta
diBarbara GabbrielliNon solo antiquariato oggi ad Arezzo. In questa prima domenica del mese, come di consueto consacrata alla fiera che espone oggetti e arredi d’epoca, in città anche il contemporaneo reclama la sua parte. La mostra “ La libera maniera. Arte astratta e informale nelle collezioni Intesa Sanpaolo” – organizzata e promossa da Intesa Sanpaolo, Fondazione Ivan Bruschi e Fondazione CR Jesi, in sinergia con Gallerie d’Italia – si è appena inaugurata portando all’attenzione un nucleo di 34 opere realizzate tra il dopoguerra e la fine degli anni ‘ 50. La sede prescelta non poteva che essere la Casa Museo Ivan Bruschi, il collezionista aretino, nonché l’ideatore della Fiera antiquaria. Un luogo simbolico, nel cuore di Arezzo, che nelle sue sedici sale tiene insieme dai reperti archeologici ai dipinti di Luca Giordano. In dialogo con quanto esposto in maniera permanente, la mostra, curata da Marco Bazzini, uno dei più noti studiosi dell’odierna cultura figurativa, fino al 9 giugno metterà in evidenza le diverse e multiformi esperienze delle prime forme di arte contemporanea attraverso le opere dei grandi artisti attivi in un periodo importante per la cultura italiana e attraversato da molteplici movimenti: da Alberto Burri a Lucio Fontana, da Emilio Vedova a Bruno Munari. «Questa mostra consente, sul tema del collezionismo, una suggestiva alternanza di memorie dell’antico e aperture sulle poetiche del tempo presente » conferma Carlo Sisi, conservatore della Fondazione Ivan Bruschi, amministrata da Intesa San Paolo. «Non a caso il titolo “ La libera maniera” intende richiamare, in un’audace traiettoria, la rivoluzione stilistica dell’arte cinquecentesca che ebbe protagonistaindiscusso Giorgio Vasari, che quest’anno si celebra con una serie di eventi ad Arezzo e nel nostro museo » . Così, a pochi metri da Piazza Grande e dalle sue logge disegnate dal celebre architetto e pittore aretino, si potrà seguire un percorso espositivo, oggi a ingresso gratuito, che parte dall’esperienza astratta di artisti come Alberto Magnelli e Corrado Cagli, per poi aprirsi all’arte polimaterica di Alberto Burri e alle nuove dimensioni inaugurate da Lucio Fontana, insieme a Edmondo Bacci e Gino Morandis. In mostra anche le opere di artisti come Carla Accardi, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo ( esponenti del gruppo Forma). Si prosegue con i fondatori del Movimento Arte Concreta, nato a Milano nel 1948 per dare impulso all’arte non figurativa: Gillo Dorfles, Bruno Munari, Atanasio Soldati e Gianni Monnet. E ancora, Renato Birolli ed Ennio Morlotti che guardarono alla natura con dense superfici pittoriche. Si passa da Milano, con il Movimento nucleare di Enrico Baj, a Napoli con il Gruppo 58 di Guido Biasi. Da notare che, insiemead Accardi, è presente anche un buon numero di artiste: Carol Rama, Renata Boero, Regina e Paola Levi Montalcini. «Gli Anni Cinquanta furono quelli della rinascita del Paese, della formazione della Repubblica, del risvegliarsi delle arti attraverso molteplici esperienze che non risparmiarono accese polemiche » spiega il curatore. «Il dibattito guidato da fronti opposti che non ignoravano differenti orientamenti politici, oltre che poetici, fu la prova di una vera vitalità e ripresa dell’arte italiana». Il percorso si conclude con un nucleo di artisti che, pur essendosi formato in quegli anni, saltò oltre l’Informale per guidare le ricerche del decennio successivo e la conquista di nuove dimensioni pittoriche: Toti Scialoja, Gastone Novelli, Mario Nigro ed Enrico Castellani.
“ La libera maniera. Arte astratta e informale nelle collezioni Intesa Sanpaolo” si può visitare fino al 9 giugno, dal mercoledì alla domenica ( ore 10- 13 e 14- 18; 0575 354126, www.fondazioneivanbruschi.it).