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Oggi le dimissioni da presidente del Quartiere 1, commissariato fino alle Comunali
Giorgio Bernardini
Un colpo a Renzi e uno al Pd. Maurizio Sguanci, Consigliere regionale e presidente del Quartiere 1 di Firenze lascia Italia Viva e passa Forza Italia. Ad annunciarlo con un tweet, con tanto di foto con Antonio Tajani, è stato il partito di approdo del gioielliere di San Jacopino, non nuovo a improvvisi cambi di scenario, dato che nel 2020 era passato dal Pd a Iv due mesi prima delle elezioni regionali, le stesse che poi lo hanno portato nell’assemblea toscana.
La prima ripercussione è sul Consiglio di quartiere del centro storico, che sarà commissariato. Sguanci fu eletto presidente nel 2019 con il Pd, restò in sella al passaggio con i renziani, dato che la maggioranza era la stessa, ma adesso ha saltato il fosso per approdare al centrodestra: anticipando la mozione di sfiducia, che pure il centrosinistra stava preparando, Sguanci annuncerà oggi le sue dimissioni da presidente. Il Consiglio di quartiere verrà sciolto e il sindaco Dario Nardella dovrà nominare un commissario che fino alle elezioni comunali del prossimo anno svolgerà le funzioni in autonomia, magari tenendo conto delle linee stilate due settimane fa per l’area Unesco, tra problemi di vivibilità e subbugli dei comitati. Probabilmente sarà un tecnico.
Il secondo risvolto è di carattere politico e riguarda tutto il centrosinistra toscano. «Siamo indignati. La sua scelta — dicono all’unisono gli altri presidenti di Quartiere — ha infatti messo in gioco la sopravvivenza di tutto il Consiglio di Quartiere 1 per l’ultimo fondamentale anno di lavoro di questo mandato». Certamente il Pd — che con il segretario cittadino Andrea Ceccarelli parla di «spettacolo peggiore che ci si possa aspettare dalla politica» — non ha di che rallegrarsi. Tuttavia il più spiazzato pare essere proprio Matteo Renzi, che almeno nella sua città non è abituato al ruolo di incassatore e che i suoi descrivevano ieri mattina come «interdetto e sospettoso, senza alcuna voglia di scherzare su un avvenimento che in qualche modo lui avrebbe anche potuto cavalcare». Insomma ben lontano dalle voci di fantapolitica che vedevano nel salto di Sguanci una mossa orchestrata dall’ex rottamatore.
«Non è stata una scelta utilitaristica. Non mi è stato promesso niente. Ero presidente del Quartiere e domani mi dimetto. Sedevo nei banchi della maggioranza e da domani siederò all’opposizione» dice soltanto Sguanci. Sulla genesi della sua scelta rimangono tuttavia molti dubbi, gli stessi che coltiva Renzi in queste ore rispetto a un tradimento che potrebbe aver radici più profonde di quelle legate alle dinamiche locali. Si osserverà che Sguanci non avrebbe avuto molte possibilità di ricandidatura tra i renziani alle prossime Regionali. La storia politica di Sguanci non depone a suo favore. Un trascorso giovanile nelle file del Pci, l’ormai ex presidente del Quartiere 1 è un prodotto del vivaio renziano. Il suo nome, nelle cronache, è però legato ad alcune gaffe e polemiche più che ad attività politiche brillanti: ancora esponente Pd elogiò Benito Mussolini; qualche anno più tardi fu invece protagonista di un violento attacco sessista nei confronti della giornalista Lucia Annunziata.
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