La fuga di addetti provocata da un bando di assunzione nelle Asl, che sottrae risorse umane alle strutture. I responsabili: “ Gli stipendi del pubblico sono più attrattivi, noi non possiamo permetterceli”. Carenza anche di operatori socio sanitari
diAndrea Vivaldi
Le Rsa in carenza di personale. Nelle residenze per anziani della Toscana mancano sia infermieri che operatori socio sanitari. E la prima conseguenza è che molti dipendenti si ritrovano spesso a fare doppi turni o a saltare dei giorni di ferie per riuscire a coprire le esigenze degli ospiti. Il problema è sotto certi punti di vista cronico, ormai di vecchia data. Ma negli ultimi mesi si sta anche accentuando. Un recente bando regionale di Estar per assumere infermieri nelle Asl ha infatti “ sottratto” personale alle case di riposo. Giovani e non che hanno scelto di passare all’altra sponda del fiume, il pubblico. Con i gestori delle Rsa, raccontano loro stessi, che ora fanno i conti per colmare le lacune.
« Quello del personale è un problema che abbiamo da tempo ma che si acuisce con questo bando e il prossimo che è in arrivo – spiega Maurizio De Scalzi, coordinatore del comitato gestori delle Rsa toscane -. Ci mancano infermieri e oss. Spesso sono attratti da stipendi che purtroppo noi non possiamo applicare. Con gli oss c’è anche un altro limite: li possono formare solo le aziende sanitarie, ma lo fanno solo sulla base delle necessità nel personale pubblico. Speriamo quindi che la formazione possa aprirsi anche alle agenzie regionali, per aumentare il numero di questi professionisti».
A questo si aggiunge anche il fattore estate: ferie e assenze che costringono i lavoratori sanitari delle Rsa a stringere i denti per non lasciare ulteriori vuoti. «Siamo messi male, molto. Ci manca il personale e non si riesce a trovare. Solo di infermieri servirebbe minimo un 20% in più. Spesso per questo motivonasce anche un gioco a rialzo sugli stipendi» dice Franca Conte, la presidente di Arat, associazione di settore che riunisce 12 residenze toscane. Si fa gioco allora con le forze interne a disposizione: « Contiamo sui volenterosi, chi si sacrifica facendo i doppi turni – prosegue Conte -. Non si trovano neppure i fisioterapisti. È un problema perché sono tutti professionisti per i quali ci vogliono anche degli anni per formali. Servirebbe forse una norma per velocizzare il percorso di istruzione». Il problema delle carenze risulta più diffuso nei piccoli Comuni, distanti dalle città di provincia.
Il posto pubblico piace. Pare innegabile, almeno in questo campo. Basta vedere le candidature: allo scorso bando Estar per infermieri, con le prove di selezione organizzate ad Arezzo a fine giugno, si erano presentati in circa 4 mila. Un altro bando regionale per assumere sempre infermieri è previsto per settembre. E di nuovo potrebbe “ mangiarsi” dipendenti ora impegnati nel privato.