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20 Ottobre 2022di Pierluigi Piccini
La riunione dell’ultimo Consiglio comunale e alcuni atti discussi in quella sede meritano di essere approfonditi. Sul piatto non ci sono soltanto le schermaglie di fine mandato – che pure esistono – ma una ritrovata consapevolezza del ruolo che deve svolgere, secondo le sue prerogative, la principale assemblea cittadina. Assemblea che nel periodo di governo De Mossi è stata più volte mortificata a esclusivo vantaggio dell’esecutivo, nella persona del primo cittadino. Il fatto nuovo è che durante i lavori del Consiglio comunale del 18 ottobre, la maggioranza finalmente ha preso coscienza del suo ruolo e ha collaborato nella produzione degli atti conseguenti. A dire il vero non è proprio la prima volta. Abbiamo assistito all’abbandono dell’aula da parte della stessa maggioranza, durante la discussione sull’istallazione di arte contemporanea in piazza Jacopo della Quercia. Ma quello fu un atto che solo in pochi furono in grado di decifrare. Sono, comunque, il risultato di diversi mal di pancia che i consiglieri comunali registrano ormai da tempo. I civici e le altre forze di minoranza ne hanno preso atto ben volentieri e hanno collaborato direttamente perché le regole venissero rispettate. La distribuzione di contributi è un atto regolamentare di Consiglio comunale che deve essere approvato dalla Corte dei conti. In questo periodo, in ogni modo, sono venute allo scoperto una serie di questioni che dimostrano come i regolamenti, le procedure, le disposizioni che riguardano i rapporti fra il Consiglio e l’esecutivo vengono usate secondo convenienza. Visto che si parla tanto, giustamente di Asp allora vediamo la “convenienza” come si palesa? Perché il regolamento di contabilità è stato sottoposto all’approvazione del Consiglio comunale e quello di organizzazione alla sola Giunta, si è assistito a una variazione procedurale incomprensibile. Altra questione, la nuova pianta organica, ultima di una lunga serie. Il comma 3 dell’art 48 del Tuel recita: è, altresì, di competenza della Giunta l’adozione dei regolamenti sull’ordinamento degli uffici e dei servizi, nel rispetto dei criteri generali stabiliti dal Consiglio. Criteri che il consiglio non ha mai deliberato e che a seguito di questa circostanza fanno passare l’atto di Giunta come illegittimo per incompetenza relativa. Cosa significa? Può significare che eventuali ricorsi sul tema in oggetto di aventi diritto potrebbero avere una accoglienza più facile al Tar.
Tutto ciò sul piano degli atti formali. Appare questi esprimono un risvolto politico, un segnale molto forte dato dalla maggioranza al sindaco. I consiglieri dei partiti, riappropriandosi del proprio ruolo, hanno delegittimano il sindaco e i rapporti esterni che questi ha definito, aggirando le sedi istituzionali. Tutto ciò farebbe pensare che, in vista dell’appuntamento del 2023, i partiti siano pronti, anche dopo le dichiarazioni di Michelotti e Tucci, sul nome del candidato sindaco, a fare una propria scelta e lasciare l’attuale primo cittadino nelle mani delle liste “civiche” in fase di costituzione. Vedremo!