Con un caffè al giorno il governo non scaccia lo spettro della povertà
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12 Luglio 2023Le tasse degli italiani
Roma
La delega fiscale alla prova dell’aula alla Camera dove la maggioranza ha i numeri per cassare i circa 250 emendamenti presentati dalle opposizioni. Il provvedimento di fatto è blindato e dovrebbe ricevere a breve, forse oggi, il primo ok per poi passare al Senato. L’auspicio del governo è quello di chiudere la partita entro la pausa estiva, per potere poi cominciare a predisporre i decreti delegati dall’autunno. Tempi ancora lunghi, dunque, per passare dalle promesse della delega alla concreta formulazione dei testi attuativi.
Intanto il Pd cerca di prendersi la scena presentando una sorta di riforma alternativa. In una conferenza stampa a Montecitorio Elly Schlein accusa l’esecutivo di «strizzare l’occhio agli evasori» e di preparare il terreno a uno smantellamento dei servizi, dalla Sanità all’istruzione, perché con il taglio delle tasse ai ricchi ci sarebbero meno risorse.
Secondo i dem la riforma «cristallizza le disuguaglianze e in taluni casi le peggiora». La ricetta Pd punta invece di eliminare i regimi sostitutivi e di riorganizzare l’Irpef su due profili: da una parte i redditi da lavoro sottoposti a un’aliquota continua progressiva (modello tedesco) con una riduzione del carico
finanziata da una revisione delle detrazioni; dall’altra i redditi da capitale accorpati su una sola aliquota. Centrale la lotta all’evasione, con la soppressione di ogni riferimento a definizioni agevolate e introduzione di una misura specifica di contrasto all’evasione Iva. Si chiede poi di far ripartire la riforma del catasto bloccata dal governo, garantendo la parità di gettito ma ridistribuendo il peso fra i contribuenti facendo riferimento agli attuali valori di mercato degli immobili. Nessun riferimento diretto a un’imposta patrimoniale ma il Pd spiega che «se dobbiamo ab-bassare le tasse su lavoro e impresa, è possibile recuperare risorse dai redditi da capitale e dalle rendite, dove le aliquote sono sensibilmente più basse».
«Diciamo no alla flat tax che», ha affermato Schlein, «nasconde la vera idea della destra: abbassiamo le tasse ai ricchi e semmai ci saranno meno risorse per i servizi graveranno sui poveri. Questo non lo possiamo tollerare». Quindi, il nodo del contrasto all’evasione. «Il governo Meloni in questi primi nove mesi va in direzione diametralmente opposta: hanno alzato il tetto del contante, inserito una decina di condono. Quando parlando di pizzo di Stato stanno strizzando l’occhio agli evasori a scapito e danno di cittadini e imprenditori onesti».
Nel passaggio in Commissione la maggioranza ha introdotto diverse novità nella delega. Si va verso un taglio dell’Irpef sulle tredicesime, gli straordinari e i premi di produttività per i lavoratori dipendenti. Mentre c’è stato un passo indietro sull’annunciata
flat tax incrementale dei dipendenti (ovvero la tassazione piatta e ridotta sugli aumenti di reddito) che viene invece rilanciata e resa strutturale sui redditi del lavoro autonomo. Una riduzione dell’Irpef è contemplata anche per i giovani sotto i 30 anni – dovrebbero essere agevolate le assunzioni stabili e per le famiglie con disabili. Le agevolazioni puntano a favorire anche le famiglie con figli nell’ottica del sostegno alla natalità.
Nel contempo si punta a una rateizzazione degli acconti di novembre per gli autonomi. Mentre perde terreno l’intenzione di togliere la sovrattassa sul bollo auto per le grosse cilindrate. Si chiede infatti di valutarne «l’eventuale progressivo superamento » ma patto di trovare coperture adeguate «senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». Insomma, si vedrà a tempo debito.