Il giro è milionario ed è descritto in oltre 600 pagine di ordinanza che ieri ha portato in carcere 16 persone, tutti personaggi di spicco delle due curve. Da Luca Lucci, padrone della Sud, immortalato anni fa ad abbracciare l’ex ministro Salvini, a Marco Ferdico, nuovo leader della Nord, ad Andrea Beretta, capo ultras nerazzurro già in carcere per aver ucciso Antonio Bellocco, rampollo della ’ndrangheta di Rosarno, salito a Milano per prendersi gli affari della curva Nord. Che in realtà sono condivisi con la Sud.
Questo ha messo sul tavolo la maxi-inchiesta della Procura coordinata da Marcello Viola e dalla Squadra Mobile diretta da Alfonso Iadevaia. Il gip nella sua ordinanza ha individuato due associazioni a delinquere che però facevano affari tra loro. Quella interista aggravata dall’aver favorito la cosca Bellocco e quella milanista senza aggravante. A corollario, tutta una serie di reati non solo da stadio. Diverse le estorsioni contestate. Ma al di là delle vicende criminali sono due gli elementi che oggi dopo gli arresti rischiano di far commissariare le stesse società di calcio.
A rischiare di più è l’Inter. E per due motivi: l’acclarata presenza della ’ndrangheta nella gestione della curva e le pressioni oggettive fatte dagli ultras sui vertici per ottenere più biglietti in vista della finale di Champions del 2023. Tanto che l’accusa, come ha ripreso il gip, scrive che “le indagini hanno evidenziato che la società interista si trova in una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord, finendo per agevolarli seppur obtorto collo”.
La Procura di Milano ha così avviato un “procedimento di prevenzione” nei confronti di Inter e Milan (non indagate) che dovranno dimostrare di aver reciso i legami con il mondo ultrà, soprattutto sul fronte della gestione dei biglietti. Al contrario vi è il rischio di un provvedimento di amministrazione giudiziaria. La Procura federale ha chiesto a Milano le carte dell’indagine per valutare eventuali sanzioni. Ingerenze dunque. Minacce addirittura. E non solo per le cose più ovvie e remunerative: i biglietti. Ma anche per la stessa gestione sportiva della squadra diretta da mister Inzaghi.
Avviene nel gennaio 2023 e per due ragioni: l’ipotesi che il calciatore Skriniar possa lasciare, come avverrà, a parametro zero la squadra e lo scarso andamento dei calciatori. Così Ferdico e Mauro Nepi, membri del direttivo della curva Nord, contattano il calciatore che a sua volta risponde: “Va bene allora… io adesso mangio qua ad Appiano, quando vado a casa passo lì a San Siro verso le 3 diciamo, però se per voi non è un problema c’è Alex Cordaz con me in macchina perché lo devo portare a casa piuttosto mi aspetta in macchina”.
Dopo l’incontro, i due commentano. Nepi: “Comunque va via al 100% ha già deciso, hai visto che gli tremava la voce aveva un po’ di paura”. Ferdico: “Aveva paura quando ha iniziato poi si è lasciato andare però c’ha messo la faccia si è presentato”. Non è finita.
Le ingerenze riguardano anche Inzaghi. I due discutono della squadra che non va bene. Ferdico: “Però deve iniziare a tirare fuori un attimo la garra”. E Nepi invia un vocale a Inzaghi: “Ciao Simo, come stai? Sono Mauro, tutto apposto? Senti noi siamo io e l’altro responsabile della curva dovevamo venire ad Appiano però il direttore ha rotto i coglioni quindi non siamo venuti avremmo bisogno di far due chiacchiere giusto per fare una quadra con te se hai tempo 5 minuti per un caffè”. Inzaghi risponde e questa volta declina: “Ciao Mauretto sono ad Appiano, sto aspettando mio padre”. Ferdico commenta: “Non se la cava così”.