Un punto per Renzi contro i pm. La Consulta ammette il ricorso
25 Novembre 2022Ma è solo disattenzione?
25 Novembre 2022Il governatore riunisce i fan di Bonaccini e ufficialmente chiede al sindaco di schierarsi con loro, ma continua a punzecchiarlo come nel caso Alinari. L’altro pensa alla segreteria nazionale e alle contromosse. Uno scontro che potrebbe diventare più duro
di Ernesto Ferrara«
Dario converga su Bonaccini. È la cosa più ragionevole», continua a invocare urbi et orbi da giorni il governatore Giani. Ma ai conoscitori più navigati delle cose del Pd toscano più che un invito a Nardella quelle frasi nelle ultime ore hanno iniziato a sembrare un esorcismo, vista l’escalation delle mosse gianiane. Quasi più la speranza di riuscire a tenerlo fuori che quella di averlo dalla parte bonacciniana della barricata congressuale. Prima l’annuncio sul trasloco dell’archivio Alinari da Firenze a Montecatini non concordato col sindaco, poi la riunione carbonara dei sostenitori fiorentini del presidente emiliano — tra cui l’assessora Del Re e almeno 5 consiglieri comunali Pd — martedì scorso all’hotel Croce di Malta in via della Scala. Come se non bastasse i nardelliani sono convinti che sarebbe proprio Giani — nonostante le mille tensioni del gruppo regionale del Pd e nonostante sia chiaro a tutti il problema che questo creerebbe alla giunta di Palazzo Vecchio — a sponsorizzare il nome dell’assessora fiorentina di Italia Viva Meucci per la poltrona del difensore civico accontentando così Renzi. « E certo. Giani gli lancia gli appelli ma poi provoca Dario in tutti i modi. La verità è che a lui fa più comodo che Nardella vada solo o con Schlein. O comunque che fallisca il congresso. Vuole essere Eugenio il leader bonacciniano più alto in grado di Toscana. Sa che se Bonaccini e Nardella si accordassero quel posto spetterebbe a Dario. E che il bastone delle scelte, se poi l’ emiliano vincesse il congresso, sarebbe in mano a Nardella. Sia per la segreteria regionale Pd che per le candidature in Regione nel 2025 » fanno notare tanti nel Pd fiorentino. Chi era alla riunione martedì spiega di aver sentito Giani lanciare il messaggio che Nardella non può pretendere che i riformisti toscani pendano dalle sue labbra. Il decisionismo del governatore su Alinari come pure sull’intrigo renziano e altri fronti come l’Autonomia differenziata sono una conferma della linea. E Nardella, che mantiene un filo diplomatico con l’emiliano, si sarebbe già lamentato coi suoi emissari nazionali dell’atteggiamento dei bonacciniani toscani.« Semplicemente Eugenio sa che se Nardella corresse da solo o andasse con Schlein si spaccherebbe l’unità del Pd toscano. Per questo lo pressa e lancia segnali » , gettano acqua sul fuoco gli esegeti gianani. «Ma l’ha capito Eugenio che questo suo attivismo rischia di farlo finire in un tritacarne? In Regione si ritrova contro la sinistra di Elly a cui non sfugge che dietro Bonaccini c’è Base Riformista che organizza riunioni, Iv che alzerà il prezzo e i riformisti che non stanno con lui, ben più dei 2 nardelliani?» rilancia un esperto di fibrillazioni dem. Alla vigilia della convention romana di Nardella lo scenario di una clamorosa guerra di potere dentro il Pd toscano prende forma. Con conseguenze imprevedibili.
Fin qui il patto tra Nardella e Giani, al netto di rapporti personali passati non brillanti, ha retto. Ma il congresso ora complica le cose. Il gruppo dem in Regione vive su una faglia sismica tipo California, la maggioranza balla spesso e i nardelliani Giachi- Vannucci sono decisivi. ma anche Giani ha un paio di consiglieri comunali legati a lui a Palazzo Vecchio. L’ipotesi di uno scontro aperto tra i due è remota, ma per la prima volta l’immagine di un dissidio si è fatta plateale: Giani vuole spingere Nardella a stare con Bonaccini per evitare grane in Toscana o sta scommettendo sulla chance di emarginarlo? Molto dipende dalle scelte di Nardella. Il sindaco attende a ore un sondaggio per capire quanto davvero il suo consenso stia crescendo.Domenica a Roma conta di avere sindaci come Manfredi e Lepore, il governatore pugliese Emiliano e esperti come Sergio Gatti, direttore di Federcasse. Il bivio che sta valutando è se correre in proprio o fare un accordo con Bonaccini: un’intesa con Schlein è oggi ritenuta più improbabile dai suoi strateghi. « Se mi candido? A me interessa parlare di idee, i nomi verranno. Tra un po’ di tempo, non tanto, decideremo » dice solo il sindaco. Ma la guerra sulla leadership fiorentina e toscana ora infuria. E incrocia i rapporti con Renzi. La riunione del gruppo regionale Pd fissata per oggi sul caso nomine è posticipata a lunedì. E slitta così anche il rendez vous Pd- Iv. Per Giani si annunciano settimane dure. Il congresso Pd promette strascichi pesanti.