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7 Dicembre 2025
L’Artico e la nuova geografia del potere mondiale
8 Dicembre 2025
Scenario generale: una trasformazione del sistema-mondo
L’apertura delle rotte artiche, resa possibile dal cambiamento climatico, sta modificando la geografia dei commerci globali. Le distanze tra Asia ed Europa si accorciano, le vie oceaniche tradizionali perdono centralità e nuovi corridoi logistici emergono nel cuore dell’Eurasia.
Secondo la lettura di Giovanni Arrighi, quando mutano lo spazio dell’accumulazione, le infrastrutture e le rotte, cambia anche il centro del potere mondiale. È ciò che sta avvenendo: l’Artico diventa il laboratorio della transizione del sistema-mondo.
Ricostruzione storica dei cicli egemonici: da Genova all’ordine contemporaneo
La storia dell’economia-mondo capitalistica procede per cicli di egemonia, ciascuno caratterizzato da un diverso modo di controllare rotte, finanza, tecnologia e rapporti di forza.
Genova (XVI secolo)
Genova esercita un potere finanziario basato su credito, reti bancarie e relazioni mercantili. Non domina militarmente il mare, ma sostiene l’impero spagnolo attraverso strumenti finanziari avanzati. Il suo dominio è mobile e sofisticato, ma instabile: il crollo fiscale spagnolo trascina con sé l’egemonia genovese.
Olanda (XVII secolo)
La Repubblica delle Province Unite inaugura il primo moderno sistema capitalistico globale. Il controllo delle rotte marittime, la potenza commerciale, la borsa valori e le compagnie coloniali (come la VOC) costruiscono un ordine fondato sulla logistica e sul commercio transoceanico. La potenza olandese è breve ma rivoluzionaria.
Gran Bretagna (XVIII–XIX secolo)
La rivoluzione industriale trasferisce la leadership a Londra. La Gran Bretagna fonde industria, tecnologia e impero marittimo: ferrovie, telegrafo, flotte e colonie formano una rete globale senza precedenti. La sua egemonia dura fino all’inizio del XX secolo, quando i costi imperiali e la competizione industriale ne indeboliscono le fondamenta.
Stati Uniti (XX secolo)
Dopo il 1945 gli Stati Uniti costruiscono l’ordine internazionale più esteso e strutturato mai esistito: sicurezza dei mari, dollaro, istituzioni multilaterali, tecnologia, capitale, potenza militare e soft power. È un’egemonia basata sulla capacità di organizzare le interdipendenze planetarie. Dagli anni ’70 comincia la fase finanziaria, tipica dei cicli in declino: deindustrializzazione, finanziarizzazione e crescente instabilità internazionale.
La transizione attuale (XXI secolo)
La Cina emerge come potenza materiale dominante, con capacità industriali senza pari, proiezione infrastrutturale globale (Belt and Road) ed espansione tecnologica. La Russia, pur indebolita, rimane decisiva come potenza territoriale, energetica e artica. Gli Stati Uniti conservano una potenza militare e finanziaria immensa, ma faticano a mantenere un ordine che non risponde più alla struttura multipolare del mondo. Siamo in un’interregno storico: il vecchio ordine non regge più del tutto; il nuovo non è ancora nato.
Le rotte artiche: un nuovo corridoio eurasiatico
Lo scioglimento dei ghiacci artici apre rotte che riducono notevolmente il viaggio tra Asia ed Europa. La più importante è la Northern Sea Route, che costeggia la Siberia. La Russia la considera una risorsa strategica per rinascere come potenza logistica ed energetica.
La Cina l’ha integrata nella sua Via della Seta Polare, un corridoio che riduce la dipendenza dagli stretti controllati dagli Stati Uniti (Malacca, Hormuz).
Questa apertura sposta il baricentro del commercio globale verso nord, riducendo la centralità del Mediterraneo e del Canale di Suez.
L’asse cino-russo: una cooperazione sistemica
La convergenza tra Cina e Russia nasce da interessi complementari e da pressioni esterne.
- La Russia controlla infrastrutture artiche, energia e spazio eurasiatico.
- La Cina dispone di capitale, tecnologia, industria e domanda commerciale.
- Gli Stati Uniti, con il contenimento di Pechino e le sanzioni contro Mosca, rafforzano la cooperazione tra i due.
Non è un’alleanza formale, ma una partnership strategica orientata a costruire un ordine multipolare. Nell’Artico questa convergenza diventa particolarmente evidente: infrastrutture russe, investimenti cinesi, comune volontà di ridurre il dominio marittimo americano.
Il cambiamento climatico come motore geopolitico
Il riscaldamento globale è il fattore materiale che rende possibile l’apertura dell’Artico. La riduzione della calotta glaciale:
- apre nuove rotte stagionali
- rende accessibili risorse energetiche e minerarie
- modifica gli equilibri marittimi globali
- crea un nuovo teatro strategico tra Eurasia e Nord America
Il clima non è il contorno del processo geopolitico: è la sua causa primaria.
Il mutamento ambientale produce un mutamento del sistema-mondo.
La transizione egemonica secondo Arrighi
Arrighi mostra che tutte le egemonie durano finché riescono a controllare:
- la logistica globale
- la finanza
- la tecnologia
- la sicurezza delle rotte
- il quadro istituzionale
Quando il controllo delle rotte cambia, cambia anche il potere.
L’apertura dell’Artico rappresenta una delle più significative trasformazioni logistiche dalla nascita del Canale di Suez.
Siamo nel pieno di una transizione storica, simile a quelle che hanno separato Olanda e Gran Bretagna, e Gran Bretagna e Stati Uniti.
Guerra e riassetto del potere globale
Ogni passaggio egemonico nella storia è stato accompagnato da conflitti sistemici:
- la crisi dell’egemonia olandese generò le guerre anglo-olandesi
- la crisi dell’egemonia britannica generò le due guerre mondiali
- la crisi dell’egemonia americana genera una serie di conflitti regionali e globali
Oggi vediamo:
- la guerra in Ucraina, che ridisegna l’Eurasia e avvicina Russia e Cina
- le tensioni su Taiwan, snodo della supremazia tecnologica mondiale
- la crisi del Medio Oriente, dove il vecchio ordine americano perde presa
- la militarizzazione dell’Artico, prossimo teatro di competizione tra grandi potenze
La guerra non è un incidente: è parte integrante della transizione del sistema-mondo.
Impatti economici e logistici
Le rotte artiche modificano profondamente:
- le catene di approvvigionamento globali
- il ruolo dei porti europei
- le infrastrutture energetiche eurasiatiche
- gli investimenti in rompighiaccio, porti e corridoi terrestri
La Siberia e l’Artico, un tempo periferie geografiche, diventano assi portanti della logistica globale.
Impatti politici e sociali
Il nuovo scenario comporta:
- pressioni sulle popolazioni indigene dell’Artico
- rischi ambientali elevati
- competizione per risorse rare
- ridefinizione della sicurezza regionale e globale
- mutamenti negli equilibri europei, più esposti alla competizione sino-russa
La transizione climatica produce anche una transizione politica e sociale.
Scenari per il futuro
Scenario 1 – Egemonia cinese
La Cina integra l’Artico nella Belt and Road, domina logistica e tecnologia, costruisce un nuovo ciclo materiale di accumulazione.
Scenario 2 – Blocco cino-russo multipolare
Eurasia come centro logistico-energetico, Occidente come polo forte ma non dominante. Ordine fluido e negoziato.
Scenario 3 – Nessuna egemonia
Instabilità prolungata, conflitti regionali, frammentazione della governance climatica e marittima.
Conclusione strategica
L’apertura dell’Artico non è un fenomeno periferico ma un cambio d’epoca.
Il clima accelera la ridefinizione del sistema mondiale.
L’asse cino-russo offre una piattaforma alternativa all’ordine atlantico.
Gli Stati Uniti attraversano la fase discendente del loro ciclo egemonico.
L’Europa deve ripensare il proprio ruolo nelle nuove geografie del potere.
Siamo nel pieno di un riassetto globale, in cui la posta in gioco è la forma stessa della globalizzazione del XXI secolo.
TITOLI ESSENZIALI
1. Giovanni Arrighi – The Long Twentieth Century: Money, Power, and the Origins of Our Times. Verso, 1994.
Il testo fondamentale per comprendere i cicli egemonici e la struttura del sistema-mondo.
2. Giovanni Arrighi – Adam Smith in Beijing: Lineages of the Twenty-First Century. Verso, 2007.
Indispensabile per il rapporto tra ascesa cinese e declino dell’egemonia americana.
3. Fernand Braudel – Civilisation matérielle, économie et capitalisme, vol. 3. Armand Colin, 1979.
Il quadro storico-lungo per capire il potere marittimo e commerciale da Genova alla modernità.
4. Paul Kennedy – The Rise and Fall of the Great Powers. Random House, 1987.
Classico per analizzare i fattori strutturali del declino delle egemonie.
5. Marlene Laruelle – Russia and the Arctic: Siberian Identity and Environmental Politics. Routledge, 2020.
Il testo più completo sul ruolo della Russia nell’Artico contemporaneo.
6. Anne-Marie Brady – China as a Polar Great Power. Cambridge University Press, 2017.
Fondamentale per capire la strategia artica della Cina e la Via della Seta Polare.
7. Klaus Dodds & Mark Nuttall – The Scramble for the Poles: The Geopolitics of the Arctic and Antarctic. Polity, 2016.
Un quadro geopolitico chiaro sull’Artico come nuovo spazio di competizione.
8. IPCC – Sixth Assessment Report (AR6), 2021–2023.
La fonte scientifica più autorevole sugli effetti del cambiamento climatico, compreso lo scioglimento artico.
9. Odd Arne Westad – The Global Cold War. Cambridge University Press, 2005.
Utile per interpretare le dinamiche di competizione strutturale tra grandi potenze.
10. Amitav Acharya – The End of American World Order. Polity Press, 2014.
La migliore analisi della transizione da un ordine unipolare a un mondo multipolare.





