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29 Dicembre 2023Le grandi manovre per Palazzo Vecchio ora a spaventare il Pd è il ballottaggio
29 Dicembre 2023Pace armata nel primo incontro in Palazzo Vecchio sul bilancio. I vertici del partito ora vogliono allargare il campo. Ma a chi?
Giorgio Bernardini
Il Pd fa i conti e storce il naso. Il terremoto scatenato dall’addio di Cecilia Del Re, per quanto atteso, mette in discussione la strategia del partito riguardo alla campagna per le Comunali di Firenze 2024. Ora, secondo i vertici del Pd, «è il momento di allargare il consenso», perché è del tutto evidente che l’obiettivo originario di una vittoria al primo turno è sempre più lontano. Infatti nessuno si azzarda ad alzare i toni: «Le porte restano aperte», ha detto la candidata sindaco Sara Funaro. Il problema è che al momento sembra difficile trovare uno spazio di dialogo dopo i valzer dei veti e dei contro-veti. Il frazionamento del campo di battaglia porta dritti all’ipotesi di ballottaggio. Con scenari di pericolosità crescente per il Pd, che il prossimo 23 giugno potrebbe dover partire da uno «da zero a zero» contro il centrodestra unito guidato da Eike Schmidt; o contro gli ex alleati capitanati da Stefania Saccardi o dalla stessa Del Re. Con esiti imprevedibili. Insomma le prospettive elettorali cominciano a preoccupare. Ma «indietro non si torna», dicono gli architetti della candidatura di Funaro seppur con un certo nervosismo. Anche perché con gli avversari interni che si sono trasformati in avversari esterni sarà impossibile che la campagna elettorale non si concentri sul tema della discontinuità rispetto all’ultimo mandato.
Nei mesi che portano al termine della consiliatura nel Salone de’ Dugento gli equilibri aritmetici sono risicati. Il problema sembra essere gestibile per Dario Nardella, che in caso di emergenza pensa di poter contare sull’appoggio del gruppo misto. Perché il pallottoliere è chiaro: se il nuovo gruppo creato dalla scissione dovesse far squadra con le due consigliere di Italia Viva, infatti, la garanzia della maggioranza arriverebbe unicamente dal voto decisivo del sindaco. In quel caso sono nominalmente 17 i consiglieri che rispondono a Nardella (2 della sua lista civica e 15 Pd), esattamente quanti sono quelli non legati direttamente a lui (12 nelle opposizioni e 5 nei nuovi gruppi nati con le fuoriuscite dal Pd).
Ieri i consiglieri comunali Pd si sono visti per la prima volta in faccia con i dissidenti del nuovo gruppo «Firenze democratica»: l’assessore Giovanni Bettarini ha illustrato alle Commissioni riunite di Palazzo Vecchio il bilancio che andrà in aula nelle prossime settimane e su cui non dovrebbero esserci strappi da parte di Iv e del gruppo Del Re. Atterraggio morbido, anche complice la riunione online, perché a nessuno conviene scaldare ancor di più gli animi. Nei prossimi giorni il nuovo gruppo di tre Consiglieri ex dem — Stefano Di Puccio, Leonardo Calistri e Massimiliano Piccioli — completerà le procedure burocratiche per sancire la propria indipendenza e andrà alla ricerca di una nuova stanza. Molto dipenderà dalle evoluzioni, ma non è escluso che i dissidenti — questo almeno è l’obiettivo — possano aumentare di una o due unità, tanti quanti erano i Consiglieri del Pd che avevano avallato la scelta di usare le primarie per la scelta del candidato sindaco ma non se la sono sentita in prima istanza di abbandonare il gruppo. Mentre le bocche restano cucite su eventuali alleanze e sull’ipotesi che Del Re possa partecipare alle primarie lanciate da Matteo Renzi e Stefania Saccardi.