Pacifism is the wrong response to the war in Ukraine | Slavoj Zizek
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ROMA – Il premier Mario Draghi, dopo aver illustrato la posizione del Governo sugli aiuti al popolo e alla resistenza dell’Ucraina contro l’invasore russo, ha ottenuto il via libera dalla maggioranza del Senato che ha votato una risoluzione unitaria. Nei giorni scorsi, soprattutto dopo alcune prese di posizione critiche di Giuseppe Conte leader del M5S, qualcuno temeva che oggi ci sarebbe stata una rottura, almeno una differenziazione. Invece nulla, il premier Draghi ha convinto tutti e la sua linea va avanti. Ma il Movimento 5 Stelle, prima forza politica in Parlamento, oggi ha perso una star: Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, stufo di essere attaccato un giorno sì e l’altro pure, ha deciso di staccare la spina e di crearsi un suo ‘partito’. Per il momento creerà suoi gruppi alla Camera e al Senato e con quelli d’ora in avanti farà da controcanto al Movimento di Conte. Soprattutto, manterrà la sua poltrona di ministro alla faccia di chi pensava che il suo addio liberasse un posto al governo.
La partita politica del Movimento a guida Conte sembra destinata ad aumentare il grado di litigiosità nei confronti del Governo e di Draghi. Non solo per la mancanza di feeling ma per la necessità vitale di smarcarsi dalle responsabilità in capo all’esecutivo man mano che ci si avvicinerà alle elezioni politiche del 2023. Strada che, stando a sentire le voci che si rincorrono in Parlamento, seguirà anche Matteo Salvini con la sua Lega. La speranza, per i due leader ora in caduta libera di consensi, è che a quel punto gli elettori saranno più sensibili a votare quelli che urleranno e si opporranno a Draghi e a chi lo sostiene. Peccato però che le ultime elezioni amministrative abbiano già chiarito che gli italiani, se devono scegliere chi fa opposizione, votano i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, coerentemente da sempre all’opposizione.
Per quanto riguarda il vincitore di oggi, il premier Mario Draghi, dopo 16 mesi di attività politica mantiene un alto e significativo gradimento da parte dei cittadini italiani. Uno studio approfondito svolto da Swg, infatti, rileva che Draghi viene stimato soprattutto in funzione della sua autorevolezza, professionalità e affidabilità. Le voci critiche, invece, mettono in risalto la sua freddezza e l’essere un furbo calcolatore. Guardando alle quote, il gradimento dal 65% del febbraio 2021 oggi è al 53%. Per quanto riguarda la sua collocazione politica i per i cittadini italiani Pd, Forza Italia e Italia Viva sono i partiti a lui più vicini. Con un singolare pareggio: il 28% degli elettori di centrodestra ritiene Draghi di centrosinistra, il 28% di elettori di centrosinistra lo ritiene di centrodestra. Posizionamento politico perfetto per un tecnico. Quanto alla comunicazione di Draghi, per la metà degli italiani è chiara e comprensibile, per il 35% troppo piena di tecnicismi e quindi comprensibile solo per una parte. Per quanto riguarda la frequenza delle apparizioni, ben il 55% li ritiene adeguati, il 27% insufficienti. Sul futuro, più di 1 italiano du 3 vorrebbe un Draghi bis, ipotesi appoggiata in modo particolare da elettori del Pd (61%) e di Forza Italia (52%) e solo dal 24% della Lega e del 23% di Fratelli d’Italia.