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8 Settembre 2024Politica, facce, idee
di Franco Camarlinghi
La politica è fatta di idee e di persone che le sostengono o che le rinnovano al fine di meglio interpretare la realtà. Dovrebbe essere così perfino in una regione come la Toscana in cui, come altrove, molte cose cambiano, meno che l’affidamento della gestione del potere da parte degli elettori alla sinistra o centrosinistra, o che altro di simile dir si voglia. Certo, la delega elettorale diventa via via più striminzita per quanto riguarda i votanti, ma alla fine quel che conta è il risultato finale che, però, anche all’indomani dell’esito delle Europee e delle Amministrative di giugno, in particolare per il Pd, sarebbe opportuno non dare per scontato. Passata l’estate, di qua e di là si comincia a riprendere l’iniziativa politica interna agli schieramenti e ai partiti, naturalmente nell’assoluto disinteresse per le posizioni personali, anzi in nome di progetti mai visti e sentiti prima. Così perlomeno si augura l’ingenuo osservatore che, anzi, novello Diogene si procura una lanterna e si mette a cercare idee e uomini e donne che rappresentino conservazione e cambiamento. Diogene ha saputo che alla festa dell’Unità del Galluzzo Dario Nardella promuove una maratona di idee, non per sé o per i suoi sostenitori, bensì per l’interesse del Pd e ben oltre. Sarà stato per la lanterna troppo antica che gli faceva poca luce, ma alla fine della maratona il nostro indagatore non è stato in grado di raccontare di nuove idee, anzi non gli è rimasto in mente niente che non gli avessero già raccontato.
Dopo aver dato un’occhiata al parterre dei protagonisti dell’incontro, il nostro Diogene contemporaneo è di poche parole come quello antico e il suo commento è stato secco: sempre i soliti. Ci permettiamo di aggiungere che con una nomenclatura che conserva sé stessa e senza l’apparizione sulla scena toscana di persone nuove, portatrici davvero di nuove idee, è e sarà complicato assistere, soprattutto per quanta riguarda il Pd, a una sfida per le prossime Regionali che non sia in nome del mantenimento dei margini elettorali e di potere fin qui consolidati, all’interno peraltro di una costante crescita dell’assenteismo. Il sullodato lanternista che, almeno per l’antica ascendenza, non è un fazioso, ha ripreso il cammino ed è andato a dare un’occhiata al raduno dei meloniani toscani in quel di Piombino: vuoi vedere che lì c’è un giardino di nuovi innesti di idee e relativi giovani coltivatori, ignoti fino a oggi e pronti a prendersi la scena nella madre di tutte le battaglie toscane… Non c’è dubbio che i cambiamenti ci siano stati negli ultimi anni: il centrodestra anche in Toscana è diventato destracentro, in tanti capoluoghi sono al potere i sostenitori del Governo Meloni, ma la sensazione sulle Regionali è di una battaglia assai difficile, soprattutto dopo le ultime elezioni. E allora… chissà che effervescenza di menti e di aderenti pronti a diventare protagonisti, avrà pensato il nostro filosofo alzando la lanterna per vedere la scena. Ma anche qui non ha visto quasi nulla da ricordare, se non l’ormai sempre atteso sfidante Alessandro Tomasi, stimato sindaco di Pistoia e sempre sul punto di accettare la candidatura per la Regione, con sullo sfondo un inarrestabile fratello d’Italia, Giovanni Donzelli, interprete unico della sua leader Giorgia sulle rive dell’Arno e dintorni. Destra o sinistra, in una Toscana immobile e sempre meno felix, non offrono idee e classi dirigenti che diano l’idea di guardare al mondo e non solo ai posti da conservare. Per ora spengiamo la lanterna, poi si vedrà.
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