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inviata a Sanremo
«Il rap fatto solo di tatuaggi, che sta dalla parte degli hooligans e dei ndraghetisti non è il vero rap. Il rap deve tornare a raccontare storie come queste» grida dal palco del Teatro Ariston di Sanremo il rapper italiano Kento (al secolo Francesco Carlo) mentre intona il nuovo singolo Free Toomaj per chiedere la liberazione del rapper iraniano Toomaj Salehi attualmente detenuto nelle carceri iraniane. E’ stato uno dei momenti più forti, venerdì scorso, della cinquantesima edizione del Premio Tenco che all’artista condannato a morte lo scorso aprile (pena poi annullata dopo le pressioni internazionali) per aver protestato contro il regime nel 2022 ha conferito il Premio Yorum 2024. Il Premio Yorum, è stato istituito nel 2020 dal Club Tenco in collaborazione con Amnesty International Italia per dare visibilità agli artisti e alle artiste che, mettendo spesso a rischio la loro stessa vita, lottano per la libertà e i diritti umani in tutto il mondo. Il Premio Yorum prende il nome dalla band turca perseguitata dal governo di Erdogan, che ne proibì i concerti e ne fece arrestare alcuni dei componenti, tre dei quali morirono dopo quasi un anno di sciopero della fame. Attualmente 15 componenti di questo collettivo musicale, che l’hanno prossimo compirà quarant’anni di vita, sono detenuti nelle carceri turche.
Alla cerimonia all’Ariston hanno quindi preso parte il rapper militante Kento, tra i primi a manifestare solidarietà con Toomaj Salehi, Parisa Nazari, attivista del movimento “Donna, vita, libertà” in Italia e insignita nel 2023 del premio “Human rights defenders” di Amnesty International Sicilia, e Francesca Bisiani, responsabile di Amnesty International Liguria. Sul palco a portare la targa due giovanissimi rappresentanti del gruppo Yorum, Sera Ercok 26 anni e Umut Gultekin 23 anni, ambedue tedeschi di origine turca che portano avanti in Europa la musica del gruppo. Tutti insieme hanno lanciato dal palco dell’Ariston un appello per la liberazione di tutti i cantanti perseguitati politici. «Siamo in totale 25 membri di Yorum tra
Turchia e Germania – spiegano i due giovani ad Avvenire –. Nel loro paese d’origine vige un regime totalitario, dal 2016 il gruppo Yorum non può tenere concerti e i suoi membri sono incarcerati perché sono la voce di tutto il Paese che sta cercando la libertà, fanno una lotta di resistenza attraverso la musica». Per i due cantanti anche la morte dei tre membri a causa dello sciopero della fame è stata comunque «una vittoria politica perché da quel momento tutto il mondo ha conosciuto il gruppo Yorum. Erdogan vuole cancellare il nome, ma non ci riesce: la ragione della nostra presenza al Tenco, che ringraziamo, è dimostrare questa vittoria».
Anche l’attivista iraniana Parisa Nazari ha ringraziato «il Tenco sempre vicino ai cantanti perseguitati politici. Toomaj è stato incarcerato subito dopo lo scoppio del movimento “Donna, vita, liber-tà”, è stato in un carcere di isolamento per 253 giorni, la cosiddetta tortura bianca. Una volta liberato sotto cauzione ha denunciato di aver subito ogni forma di violenza e di tortura. Dopo 12 giorni è stato arrestato di nuovo e c’è stata una sentenza di morte con l’accusa di “corruzione sulla terra”. Nei Paesi totalitari, come Iran e Turchia, chi fa musica e ci fa cultura fa paura». La voce di Toomaj Salehi infatti è molto ascoltata dai giovani iraniani. « Lui invitava i giovani a scendere in piazza per protestare in maniera pacifica contro la violenza e per i diritti fondamentali – aggiunge -. Per questo il regime iraniano vuole spegnere la sua voce. Ecco perché riconoscimenti come questi e i media sono fondamentali per la sua esistenza. La sentenza è stata annullata dalla Corte di cassazione grazie al ritorno mediatico e ai colleghi che hanno cantato a suo favore. Chiedo a chi fa cultura di farsi la voce di Toomaj e di tanti altri artisti perseguitati». A dargli voce oggi sono appunto i giovani componenti dello Yorum qui a Sanremo. « Noi siamo cresciuti con le canzoni degli Yorum che erano popolari nelle nostre famiglie – raccontano –. Loro nel 2010 hanno fatto un concerto per 500mila spettatori, nel 2014 addirittura un concerto per un milione di persone, tutti insieme a protestare contro il fascismo, contro l’imperialismo, per una Turchia indipendente. È stato quindi un grande problema per il regime che li voleva silenziare. Dopo il 2016 non potevano entrare in Europa neanche col visto e quindi noi abbiamo deciso di aprire una “succursale” Yorum in Europa dove stiamo facendo concerti. Il gruppo dipende non dalle persone ma dalle idee, chiunque voglia aggiungersi può farlo». Al centro dei loro brani, ci spiegano, «ci sono lo sfruttamento, l’ingiustizia, i tanti massacri che avvengono in Turchia contro le minoranze, cerchiamo di spingere la gente a reagire e a lottare contro il sistema». Come ci spiega il rapper Kento, «su iniziativa di Yorum si sta creando un fronte artistico internazionale che raggruppa in tutta Europa degli artisti che hanno a cuore delle questioni sociali. Abbiamo fatto un concerto a Duisburg, in Germania, abbiamo in programma altre collaborazioni e il prossimo 25 aprile terremo in Italia un grande evento insieme». A favore dei perseguitati come Toomaj. « Il mio nuovo singolo Free Toomaj è nato in collaborazione con Amnesty international e ha l’obiettivo di tenere alta la guardia, e dal palco più giusto, quello di Luigi Tenco, porta un messaggio di libertà, indipendenza e libertà di espressione».