siena Il processo riprenderà ad aprile. Coinvolti 17 contradaioli di Nicchio e Valdimontone, a giudizio per gli scontri avvenuti in piazza del Campo a luglio 2018 con l’accusa di rissa e, per alcuni, resistenza a pubblico ufficiale. Atto secondo dopo quanto avvenuto nel 2015, quando furono processate 30 persone, di cui 3 condannate a distanza di quasi 7 anni. Episodi usciti dai binari della giustizia paliesca, cosa che non accadeva in passato, e che hanno indotto il rettore del Magistrato delle Contrade a una riflessione, ripetendo quanto già fatto nel 2016 da Nicoletta Fabio, allora rettore e oggi sindaco di Siena. «Il Magistrato — ha affermato Emanuele Squarci — intende manifestare, seppur rispettosamente, disagio e profonda preoccupazione di fronte alle vicende giudiziarie che hanno a lungo coinvolto, e stanno tuttora coinvolgendo, i nostri contradaioli, provandoli fortemente». Uno dei passaggi più forti per un’istituzione di solito molto prudente nei giudizi. Ma convinta a ribadire che ciò che succede sul tufo non può essere paragonato ad altri contesti come gli stadi di calcio.

«I rituali che caratterizzano le contrade ne definiscono l’identità e non possono essere sminuiti e giudicati decontestualizzandoli dal loro valore storico e sociale e dal luogo in cui si svolgono» ha osservato il rettore. Di questi fanno parte anche «la naturale animosità e l’impeto di emozioni contrastanti’ che, seppure in una cornice di passionalità e spontaneità, mai mettono a rischio la sicurezza sociale».

Poi indica la via da seguire: «La qualificazione giuridica dei fatti e la responsabilità personale tipica dell’ordinamento penale dovrebbero, a parere di questo Magistrato, tenere conto dei suddetti valori che ispirano il vivere di tutti i contradaioli e l’attività del Magistrato medesimo».