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Casualmente ho visto lo scritto che il segretario provinciale del Pd Andrea Valenti ha pubblicato sulla sua pagina di Facebook e i relativi commenti. Spero che con questo mio si smetta di criticarci a vicenda è si possa ragionare viceversa su questioni politiche e dei contenuti che riguardano la nostra collettività. Ma prima di arrivare a ciò è ammesso che ci si possa arrivare è bene chiarirci su alcuni punti. Il primo: sarebbe necessario che il Pd riconosca la dignità politica del vero civismo che in alcuni casi è presente a Siena dal 2004. Che il civismo è la cartina tornasole della crisi dei partiti. Per dialogare è necessario che si comprenda che la crisi di rappresentanza e l’astensionismo è il risultato dell’attuale livello di democrazia a cui le tradizionali forme di delega non sempre rispondono efficacemente. Che tale situazione investe tutti i partiti come i civici. Non è accettabile che alla critica tutta di contenuto e politica si risponda sempre e comunque sul piano personale. Vecchia abitudine dei comunisti di cui le narrazioni sono piene. Alla critica si risponde con argomenti o altra critica ma sempre sul piano politico lasciando da parte i personalismi. Così facendo si alza il livello delle discussioni che può essere anche dura, ma contribuisce ad arricchire chi ci partecipa e gli stessi elettori. Non si può partire dal presupposto, come fa la Ferretti che i civici non devono esistere perché la politica appartiene ai partiti, questa impostazione dei rapporti definitila voi, io sarei troppo offensivo. E poi non è vero, il partito si è fatto civico. quando? Quando hanno chiesto tramite Enrico Letta l’aiuto a quasi tutti i movimenti civici per la sua campagna elettorale a Siena. Offrendo in contropartita l’abbandono del simbolo del Pd, per farsi tutti civici, in relazione alla consultazione elettorale quella che stiamo vivendo per le amministrative prossime. Promessa non mantenuta? Il limite di una impostazione come quella sopra descritta è che per il Pd l’avversario da battere sono le liste civiche e non il centrodestra, con una impostazione per la quale tutti i civici sono uguali il Polo come Castagnini, Montomoli o in parte la stessa Fabio. Strabismo politico. E poi, l’avversario non dovrebbe essere il centrodestra, già ma visti i precedenti e alcuni comportamenti attuali si potrebbe pensare che non sia così. Con i partiti ci si dialoga a prescindere anche quando hanno mal governato come quelli di Siena negli ultimi anni. Sono partiti: la difesa della casta. È bene non entrare nei dettagli per il Pd perché si sa da dove si inizia e non si sa dove si potrebbe finire. Piccola nota personale in chiusura. Se Valenti vuole confrontarsi sulle scelte del Pd (2008) facciamolo quando vuole e dove vuole con una piccola avvertenza, io non sono mai entrato nel Pd non mi ha mai convinto e la situazione di incertezza che sta vivendo attualmente lo dimostra. Dopo la mia espulsione dai DS (credo si chiamasse così all’epoca) potevo facilmente richiedere la tessera cosa che non ho fatto. Il Pd nasce in concomitanza con l’operazione Antonveneta che io e il mio gruppo abbiamo fortemente criticato dai banchi dell’opposizione del consiglio comunale. E anche in quel caso la risposta fu tutta personale e denigratoria. Dal 2006 noi siamo all’opposizione prima del centrosinistra e poi del centrodestra, una opposizione fatta di contenuti che ci consente ancora oggi di essere attori in questa campagna elettorale e di catturare consenso come aveva ben capito il vostro ex segretario nazionale Enrico Letta.