“L’esplosione come un terremoto i bambini sono impazziti”
18 Ottobre 202310 anni di stop&go
18 Ottobre 2023Sono morte cinquecento persone nell’ospedale Al-Ahli Arabi Baptist di Gaza. Sono morte cinquecento persone perché l’ospedale è stato bombardato. Sono morte cinquecento persone tra donne, bambini, uomini, anziani, medici. Sono morte cinquecento persone, sono morte, e altre ne moriranno. Il ministero della salute palestinese, controllato da Hamas, dice che è stato un bombardamento israeliano. Israele dice che è stato il lancio fallimentare di un missile di Hamas a causare la strage. Vale la pena ricordare che bombardare un ospedale è un crimine internazionale. Noi ancora non sappiamo chi abbia causato la morte di cinquecento persone, ma quello che sappiamo è che nemmeno i filmati, nemmeno le fotografie, nemmeno le prove documentate, nemmeno i testimoni faranno cambiare idea a chi dice che è stato Israele o a chi dice che è stato Hamas. Quindi: è ancora importante la verità? A cosa serve la verità se nessuno è disposto a crederci? Qual è il numero esatto di morti? Chi è il responsabile? Cercare di capire quello che sta succedendo è un dovere che ognuno di noi dovrebbe sentirsi addosso, ma non è così, perché nessuno è disposto a sacrificare la propria di verità. Si dirà che quella notizia non è vera perché non corrisponde alla nostra idea di vero, e non perché sia falsa.
In Occidente nessuno ha la percezione del massacro, è tutto ridotto a una compiaciuta ipocrisia di quelli che occupano il proprio tempo libero a cercare le fonti, le foto, i filmati, a commentare in maniera patologica qualunque notizia. Quello che è venuto meno è il senso dell’opportunità. I morti si piangono, e piangere richiede un tempo di elaborazione che nessuno è più disposto a spendere. È venuto a mancare il senso della comunità civile, sono tornate le svastiche, sono tornate le stelle di David sulle porte, è tornato il silenzio di chi non ha speso una parola per le vittime di Israele. Un bambino di sei anni negli Usa è stato ucciso solo perché musulmano, i palestinesi muoiono ogni giorno, e chi sopravvive è condannato a vivere l’inferno sulla terra. È vero che in guerra la prima vittima è la verità, così come è vero che le prime vittime sono i civili. Il nostro tempo occidentale andrebbe speso meglio, andrebbe speso a cercare la verità senza sostituirla all’ideologia. I terroristi sono persone innamorate della morte. Si può davvero combattere, e sconfiggere, qualcuno che non crede nella vita, ma solo nella vita che viene dopo?