L’area Schlein già guarda a Calenda ma i renziani: “Noi abbiamo i numeri”
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E vai! È iniziato il solito tour dei “big” in previsione delle prossime amministrative, anche se per alcuni di essi si rasenta il comico. Vi ricordate il faccione di Salvini che si sporgeva dalle trifore del Palazzo comunale o la Meloni che si auto immortalava con un selfie avendo alle spalle le persone che entravano in piazza dall’Onda? Sono passati solo cinque anni e i due hanno cambiato cavallo: non tirano più la volata per De Mossi, che è diventato il loro avversario. Se verrà Salvini sarà divertente vedere come si dividerà politicamente tra l’avvocato, il manager alla Wolf (Castagnini) e la Fabio. Meloni ha scelto, o gli hanno fatto scegliere di appendere un super manifesto dalla scritta “Fare Bene”. Forse è un monito a Michelotti e Tucci per come hanno gestito la candidatura Montomoli. A molti senesi non è piaciuta questa ingerenza romana. In più se il centrodestra avesse fatto bene De Mossi sarebbe rimasto al suo posto. Con questi precedenti ci dovremo accontentare di “big” di secondo livello: pazienza! Verrà anche la Schlein a Sant’Andrea sembra per ragioni atmosferiche, la stessa sala che ha visto diversi esponenti di primo piano del Pd, a partire da Renzi, che pure è passato a Siena dal Pd al gruppo del ricciarello magico capeggiato da Castagnini. Nulla di male, anzi c’è una continuità in questo caso: quando venne l’uomo di Rignano sull’Arno, sempre nella stessa sala, molti di esponenti passati con Castagnini erano in prima fila. Elly ci ricorderà le sue radici senesi e il rapporto con la famiglia Viviani, ma giustamente da esponente di sinistra citerà solo Agostino.
Probabilmente sia l'”innocente” Fabio che per essere tale toglie dai suoi manifesti i simboli dei partiti che la sostengono, che la Ferretti sperano di avere un rapporto con Roma e si allenano a suonare i campanelli dei vari ministeri. Ciò nella speranza di avere più successo di chi li ha preceduti a destra come a sinistra, visto che risultati ad oggi non sembrano brillanti per Mps mentre il Biotecnopolo è tutto da verificare. Su questi due argomenti, statene certi, in campagna elettorale avremo delle rassicurazioni. Il Biotecnopolo ci insegna, inoltre, che le sorti delle promesse variano con il variare dei governi: ad esempio la Lombardia può diventare una new entry.
E se la ricetta fosse diversa? I successi si hanno quando le amministrazioni comunali riescono a progettare, quando non tirano fuori vecchi progetti dai cassetti come ha fatto la giunta De Mossi, ma sono portatrici di istanze di successo. Allora si aprono ventagli di opportunità ai vari livelli pubblici, ma anche privati. Basterebbe solo verificare le numerose opportunità che l’Unione Europea ha messo in piedi (fondi vari) e quanto finanzia in Italia (Milano). Bisogna avere le capacità amministrative e i giusti rapporti tecnici per avere successo. Tutto ciò è indispensabile per la dignità amministrativa e per uscire dal clima da “anime morte” (Gogol) che non libera né energie, né risorse. A proposito dove è finito l’olandese che doveva interloquire con Bruxelles e portare palate di soldi? E a che punto siamo con la progettazione relativa al Pnrr? Non sempre avere degli stanziamenti significa capacità realizzativa.
La forza di una amministrazione pubblica si valuta sulle sue capacità tecnico-gestionali a livello locale, altrimenti come si spiega che città importanti come Como, Verona e Viterbo – cito solo le ultime uscite dalle amministrative del 2022 – siano governate da sindaci civici. Cittadini, quelli delle città sopra citate che hanno accettato la sfida di essere artefici del proprio futuro confidando nella credibilità delle loro amministrazioni. Mi piace ricordare che nel 2018 ben il 64% degli elettori senesi ha votato dei candidati civici. Dopo il fallimento di De Mossi e del centrodestra e dopo l’esperienza del Pd rimane solo la possibilità di provare il civismo, quello autentico.