Amy Winehouse – You Know I’m No Good
30 Settembre 2022A Siena i partiti sono già in agitazione per le prossime elezioni amministrative
30 Settembre 2022Ovviamente il Polo Civico senese e il suo candidato non vengono citati, strizza?
Corsa per il sindaco a Pisa e Siena Pd primo, ma cerca candidati e alleanze
Sotto la Torre le sinistre sono al 15%, i 5 Stelle all’ 11% e il Terzo Polo è al 7%
di Ernesto Ferrara
Pd, allarme rosso candidature nei Comuni. Tra casting in ritardo e veti sulle alleanze. Col caos del congresso dem che rischia di complicare ulteriormente le cose. La scoppola del voto riscopre il Pd toscano ampiamente impreparato sulle tre sfide chiave delle amministrative 2023, Pisa, Siena e Massa. Nel 2018 l’onda salviniana spazzò via le sinistre ai ballottaggi ma l’attesa occasione della riscossa si mostra adesso un thriller nonostante i Dem nel voto di domenica siano risultati in testa sia a Pisa che a Siena città. « A settembre partiamo » aveva garantito il segretario dimissionario Letta ma le elezioni hanno fatto saltare gli schemi. E senza programmi, coalizioni e candidati a 8 mesi dalle urne il Pd rischia di fallire l’appuntamento fondamentale sulla strada del del 2025: «Ragazzi se riperdiamo i tre Comuni per la Regione poi si mette davvero male» ragionano tanti dirigenti Pd. Tanto più che i tre sindaci uscenti di centrodestra sono di fatto in piena corsa per il bis. Il problema è che i guai non vengono mai da soli. Il congresso del Pd previsto nei primi mesi del 2023 agita tutti: il sindaco Nardella si è quasi messo in campo per la segreteria nazionale ma rischia di trovarsi una Toscana dem già schierata con Bonaccini: dal governatore Giani alla segretaria Bonafè, dai sindaci al gruppo in Consiglio regionale. «Non mi presto a X Factor», avvertiva non a caso ieri Nardella mentre dall’area bonacciniana arrivava il seguente messaggio: « Dario stia in squadra. Si accordi con Stefano. Da solo non può farcela e spaccherebbe la Toscana». Ma oltre che di nomi è questione di rotta politica: in un nuovo Pd più a sinistra firmato Elly Schlein rimarrebbe, il pattuglione riformista degli ex renziani di Toscana? E come se non bastasse sulle comunali ripiomba l’altolà di Italia Viva: «Per noi il dialogo col Pd è molto semplice. Primo: programmi. Secondo: niente grillini. Terzo: candidati sindaci condivisi » spara il luogotenente renziano Nicola Danti.
Come uscirne? A Pisa il tavolo del centrosinistra è in alto mare: i due coordinatori del negoziato, gli economisti Bonaccorsi e Piccaluga, sono possibili candidati, ma il nome di Beppe Sardu è tornato in pista. Il presidente del Consiglio regionaleMazzeo ha spiegato di non esser disponibile. Per battere il leghista Conti e unire la sinistra forse partirà un perssing finale sull’ex ministra Maria Chiara Carrozza, che ha fin qui declinato. Le alleanze sono un rebus: alle politiche il Terzo Polo ha fatto il 7% ma i 5 Stelle l’11 e il campo largo delle sinistre vale intorno al 15%. « Dobbiamo provare a tenere tutti dentro» dicono dal Pd. Ma sarà durissima. Come del resto a Siena. La tesi prevalente nei Dem per mandare a casa il sindaco De Mossi è affidarsi al volto civico del rettore Luigi Frati. Ma lui non ha sciolto la riserva. C’è anche Riccaboni tra le ipotesi. Mentre il docente e medico Montomoli corre da civico. Il Pd senese è spaccatissimo: c’è chi spinge l’assessore regionale Bezzini, Ceccuzzi ha chiesto le primarie. E con chi allearsi i Dem non lo sanno: qui la sinistra vale il 4%, i 5 Stelle l’ 8 ma è il Terzo Polo di Stefano Scaramelli che ha fatto boom col 12%. Massa è un altro film ancora: alle politiche di domenica scorsa il centrodestra che sostiene il bis del sindaco Persiani ha preso il 42% e il Pd dovrebbe tenere insieme grillini (14%) e Iv (8) per avere qualche speranza. Con quale candidato però? Si va verso primarie a fine anno. Il rapporto Pd-renziani è teso a tutte le latitudini, dalla Regione a Palazzo Vecchio. Iv chiederà un nuovo assessore a Nardella con l’addio di Gianassi eletto alla Camera? Il sindaco ieri ha riunito ancora il gruppo dem per serrarei ranghi evitando fughe dei delusi verso Renzi. «Con Iv lavoro costruttivo in giunta, condividiamo i programmi. Non è questione di poltrone» frena il sindaco. « Ma a noi una poltrona cambia poco. Anzi, in base a come va il congresso Pd potrebbe non interessare » spiega un autorevole dirigente renziano. Se i rapporti coi dem precipitassero Renzi potrebbe persino uscire dalle giunte toscane. Per scatenare l’inferno.