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Il secondo trimestre consecutivo con un andamento negativo dell’economia provinciale rappresenta un segnale che non può essere ignorato. Dopo il -14,8% registrato a marzo, il dato del secondo trimestre – -25,1% – segna un ulteriore peggioramento, in un contesto regionale che invece cresce dell’11,8%, trainato da Firenze (+38,8%).
I numeri diffusi dalla Camera di Commercio indicano chiaramente i fattori di questa flessione:
- farmaceutica: -36% nel primo semestre, con un peso di 800 milioni su 1,8 miliardi di valore complessivo;
- camperistica: -17,7%, con contrazioni particolarmente accentuate nei mercati tedesco (-33,1%) e francese (-49,4%);
- bevande: -5,3%, in lieve peggioramento rispetto al primo trimestre.
Sul fronte dei mercati di destinazione, la contrazione è stata significativa in Polonia (-38,2%) e Australia (-95,8%), mentre si registrano segnali positivi in Francia (+28%), Spagna (+7,1%) e Stati Uniti (+12,7%), che tornano a essere il primo mercato di riferimento.
Questa situazione richiede una reazione coordinata e condivisa.
Potrebbe essere il momento per la Camera di Commercio, la Provincia, il Comune e i rappresentanti delle imprese di convocare un tavolo straordinario, con dati aggiornati, scenari e proposte operative.
L’obiettivo deve essere quello di:
- sostenere i comparti più in difficoltà, evitando che il calo si trasformi in un indebolimento strutturale del tessuto produttivo;
- promuovere la diversificazione settoriale e l’innovazione di filiera;
- rafforzare i rapporti con i mercati strategici e individuare nuove destinazioni per le produzioni locali;
- integrare università, ricerca e imprese per rendere più competitivo il sistema produttivo senese.
In un momento in cui il resto della Toscana cresce, è fondamentale che le istituzioni territoriali e le rappresentanze economiche e sociali definiscano un piano straordinario di rilancio dell’economia locale, capace di proteggere l’occupazione e offrire prospettive alle nuove generazioni.