È rottura, a tre giorni dalle primarie di Bari, tra Schlein e Conte. Ed è la conseguenza del fatto che da Torino a Bari il Pd è di nuovo alle prese con la “questione morale”. Problema grave, in campagna elettorale, specie se, com’è accaduto in Piemonte, colpisce un partito che affronta la scadenza delle prossime regionali con una candidata “di servizio”, consapevole cioè che le chanches di riconquistare l’amministrazione sono poche. E che si sta avviando con lo stesso passo in Basilicata, ma forse poteva sperare, a Bari, di mantenere la guida della città. Poteva. Perché dopo il doppio scivolone in Comune e alla Regione, e dopo l’addio di Conte alle primarie e la dura reazione di Schlein, anche quest’ambizione sembra ormai compromessa.
Ci sono aspetti comuni alle due vicende. Uno è il governo locale del partito che sfugge a qualsiasi controllo dal centro. Per una segretaria che si era proposta di realizzare un vero rinnovamento di un partito che scivola continuamente su episodi di corruzione, è un problema importantissimo. La sensazione è che sia tutta la struttura del Pd a non funzionare. Il partito è in mano a una serie di ras, più d’uno in ogni città, che si combattono in nome dei pacchetti di voti che possono spostare da una corrente all’altra. Voti, va ricordato, che non servono quasi mai a vincere nessuna elezione, a qualsiasi livello, ma solo ad alimentare la guerra interna. Che poi questo tipo di contese possa sfociare nei rapporti con la criminalità, è fatale. Per inciso, è chiaro che Conte approfitta della situazione per fare gli interessi del suo movimento (tenendosi, come denuncia Renzi, il suo assessore nella giunta Emiliano). Ma chiedergli di allearsi con un partito che non riesce a fare pulizia è un po’ troppo.
Il secondo aspetto comune è il trasformismo: accettare nelle proprie file sedicenti, sottolineato sedicenti, professionisti della politica in nome degli stessi pacchetti di voti che si muovono con grande disinvoltura, porta a quel che si vede, da Torino a Bari. Città, quest’ultima, dove tra l’altro il governatore Emiliano ha accettato nella sua coalizione gente che viene dall’estrema destra, teorizzando che per il centrosinistra è l’unico modo per vincere. S’è visto, come si vince. Ora o mai più a Schlein tocca ripulire il Pd.