Meglio andarci piano con la storia della complottomania di Meloni
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20 Agosto 2024
Differenze estive tra Salvini che bercia sempre e non dice niente e Schlein che lascia fare a Renzi
L’amore per le cose superflue non è sempre da deplorare, come si potrebbe credere con frettolosa intransigenza, perché l’inutile e il gratuito servono talvolta a darci un senso meno avaro della vita e a farci sopportare con migliore lena le cose necessarie e ardue che la sorte ci impone. Questa è la ragione per la quale ci piacciono tutte le dichiarazioni estive (ma anche tutti i selfie) del ministro Matteo Salvini, il quale, avendo praticamente parlato (ed essendosi fotografato: domenica anche coi fichi) senza apprezzabili soste pure a Ferragosto, è riuscito a non dire mai nulla, mantenendosi rigorosamente fedele a una costante e tenace inutilità. Inutile, ma presente. E non vogliamo nemmeno accennare alle dichiarazioni delle ultime ventiquattr’ore, che si contano in circa 135 lanci e pezzi di agenzie varie: su Vannacci, sulla “puntualità” dei treni (non è Lercio), su Fitto commissario in Europa, sull’aeroporto Silvio Berlusconi, sulle Olimpiadi, sulla scuola pubblica, sull’immigrazione, sulla Cina, sulle tasse, sulla Fornero, sul vaiolo delle scimmie (Salvini è enciclopedico) e infine pure sul “giro d’orizzonte” in Puglia con Meloni (e qua uno deve provare a immaginarsi con raccapriccio la povera Meloni che si affaccia all’orizzonte, così prodigo ai poeti e agli innamorati, e chi vede invece l’infelice? Salvini). Ma, come dicevamo, non è di questo che vorremmo parlare. Piuttosto non possiamo fare a meno di notare l’invidia della Lega per il Pd. Quelli hanno il segretario iperattivo in estate, ma quegli altri hanno il segretario fantasma. Il Pd in questi giorni di caldo è ossessionato da una sola domanda: “Dove sta Schlein? Perché Renzi fa il capo del centrosinistra e attacca ricambiato la premier Meloni?”. Il fatto è che ella, anzi Elly, non c’è. E’ in ferie. Al mare. E’ scomparsa sotto l’ombrellone. Anche nella Lega vorrebbero un segretario così. Uno a cui a volte capita di aprire la porta del suo ufficio avvertendo di non voler essere disturbato: “Io non esisto”, mentre gli uscieri, inchinandosi, gli rispondono immediatamente: “Lo sappiamo”.