“Sicurezza e decoro” poi Schmidt si concentra sulla città che non vuole
Il candidato sindaco di centrodestra porta più di mille persone al teatro Cartiere Carrara. E se la prende con multe, nuove tramvie, eccessi della movida e del turismo
diErnesto Ferrara«Stiamo ballando, fantastico! Mai visto tutto questo ottimismo » si galvanizza Eike Schmidt a fine serata, ormai giù dal palco mentre tutti si avvicinano per un selfie, una stretta di mano, « forza direttore! » . E in effetti portare oltre mille persone di martedì pomeriggio al teatro Cartiere Carrara non era scontato per la destra fiorentina, che un po’ ci crede e un po’ no, al ballottaggio è convinta di potersela giocare ma non è convinta di arrivarci, al ballottaggio. Schmidt non è che esalti a colpi di idee bomba o proposte shock, anzi. Battute velenose quelle sì, un altro colpo alla tramvia, il super applauso quando dice che vuole « le Cascine come Central Park » , le risate quando ricorda che dalle famose case dentro Boboli mandò via un lontano parente del Granduca e un sacco di volte le parole d’ordine, «sicurezza e decoro».
Schmidt racconta tutto ciò che non vuole, tutto ciò che a Firenze va rottamato: « Degrado. Criminalità. Traffico. Invasione di turisti. Multificio. Soldi sprecati, progetti di funicolari e isole galleggianti sull’Arno. Tutto questo deve finire » . Ma la pars costruens manca abbastanza. Al colonnello di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli,in prima fila sorridente con la camicia bianca, abbracciato all’ex Pd Paolo Bambagioni e a Massimo Sabatini però va bene così: « Ma dai, il teatro era pieno. L’entusiasmoc’è». I segnali buoni arrivano da altri lidi, per gli strateghi dello schmidtismo: « Con Ubaldo Bocci 5 anni fa trovavamo le porte chiuse, stavolta le famiglie della Firenze che conta ci aprono le porte», raccontano. Cene, aperitivi, pranzi. Come quello di sabato scorso a casa dell’imprenditore del vetro Mario Luca Giusti e di sua moglie Mafalda di Savoia Aosta: 40 persone, magistrati e avvocati, i Gondi e i Frescobaldi, Cesara Buonamici e marito. E Schmidt istrione, “interrogato” su sicurezza, rapporti col governo, immigrazione, battutine e sorrisi, e – parrebbe – tutti in fondo sedotti in quel consesso dall’idea dell’uomo d’ordine tedesco, il manager che ha dato un ruolo globale agli Uffizi che ora vuole rimettere a posto Firenze.
Anche sul palco la narrazione di Eike fila così, tutto ciò che non va, tra palloncini rossi viola e bianchi e bandierine col giglio rosso lasciate sulle sedie di tutti i partecipanti, mossa da congresso trumpiano, che quando tutti sventolano le foto vengono che è una meraviglia. « Ora si cambia. Voglio che la nostra Università sia un vanto, voglio che ci siano studentati e non solo falsi student hotel. Basta con gli speculatori, avanti con gli investitori. Il progetto dello stadio Franchi è un enorme spreco di soldi pubblici ( Schmidt era nella commissione di progetto, ndr). Il turismo non è un problema è la malagestione il problema, sono i posti dove si mangiano panini che attraggono pure i piccioni» sferza.
E ancora: «Il Maggio? Una volta fucina di cantanti ora una voragine mangia soldi. Siamo la città più multata d’Italia, basta. Basta palazzi storici svenduti. Le tramvie? Non possiamo disfare quelle esistenti ma le nuove vanno riviste radicalmente, un buon inizio quella di Campo di Marte. Basta taglio degli alberi per fare largo a fooreste di pali. Basta tecnologie vetuste. E non vogliamo gli eccessi della movida e le battaglie delle bande che hanno reso i residenti del centro storico vittime e ostaggi » . Slogan rottamatori. L’idea di mettersi in testa all’auspicato vento del cambiamento. In platea i sindaci del centrodestra toscano a fare il tifo, Mario Pardini di Lucca ( « Eike è un visionario! » ), Alessandro Tomasi di Pistoia ( « Sia sè stesso. Lui è il Messi dei musei nel mondo, Stavolta si corre anche a Firenze»), il presidente di Estra Francesco Macrì e poi docenti come Luciano Bozzo, ex calciatori come Daniele Amerini, Simone Gianfaldoni dei comitati, il rappresentante delle vittime del Forteto Sergio Pietracito, l’ex leader missino Marco Cellai, l’ex poliziotto Robrto Sbnaglia. C’è tutto lo stato maggiore della destra fiorentina: Marco Stella e Mario Razzanelli di Forza Italia, Federico Bussolin e Giovanni Galli della Lega, Jacopo Cellai e Alessandro Draghi di Fdi, fotografatissima la candidata Alessia Galdo, la notaia che il ministro Sangiuliano sogna come vicesindaca: « Trattatemi bene! » dice lei. Schmidt, cravatta rossa, è intervistato dal giornalista Mario Tenerani, parte “ A change is gonna come” di Sam Cook, alla fine “ Don’t stop me now” dei Queen: «Noi siamo liberi, non dovremo più pagare i clienti e non faremo il poltronificio. Ci saranno persone che hanno anche la tessera dei partiti della coalizione, è logico, ma non verranno messi secondo logiche correntizie all’interno di un partito, ma per le loro capacità e formazione. E poi immaginiamo quanto costerà l’isola galleggiante ( proposta da Funaro, ndr). Con quei soldi si finanziano tutti gli asili nido» sferza il candidato. « Renderemo Firenze di nuovo magnifica » promette Schmidt. « Giornata storica» esulta il centrodestra.