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10 Novembre 2023La Corte di appello ha accolto il ricorso della procura contro le assoluzioni Ostacolato il lavoro di vigilanza. Annunciato il ricorso in Cassazione
di Luca Serranò
Tutti condannati. La Corte di appello di Firenze ha accolto il ricorso della procura contro le assoluzioni — relativamente all’accusa di falso in bilancio — scattate in primo grado a carico dei vertici di ChiantiBanca in carica nel periodo 2015- 2016; condanna a 1 anno e 8 mesi per l’ex direttore generale Andrea Bianchi, 1 anno e sei mesi per l’ex presidente e l’ex vice presidente del Cda, Claudio Corsi e Stefano Mecocci, e per l’ex presidente del collegio sindacale Enzo Barbucci.
Per tutti e quattro è stata confermata anche la condanna per un altro capo di imputazione, legato alle presunte manovre che gli allora vertici dell’istituto avrebbero realizzato per ostacolare il lavoro di vigilanza di Banca d’Italia. Condanne, a 1 anno e 4 mesi, anche per gli altri 11 imputati accusati di falso in bilancio, tra cui ex membri del cda e del collegio dei revisori dei conti. Le difese annunciano ricorso per Cassazione.
Tra le presunte irregolarità accertate dalle indagini, coordinate dai pm Luca Turco e Giuseppe Ledda, la modalità di classificazione del Btp 2046, un prodotto acquistato per un valore nominale di 100 milioni di euro (tra il 30 marzo e l’1 aprile 2015) come attività finanziaria di categoria « disponibile per la vendita » ma poi invece riclassificato, in via retroattiva, con una modifica postuma dei verbali, come attività finanziaria di categoria «detenibile fino a scadenza» ed avente un valore di 126.436.000 euro.
Un escamotage, sempre secondo le accuse, con cui i vertici dell’istituto avrebbero ingannato i soci e il pubblico sulle effettive condizioni patrimoniali della banca.
Contestata anche la contabilizzazione di mezzi propri superiori a quelli reali (228 milioni di euro anziché 210). La condotta illecita verso la Banca d’Italia, organo di vigilanza, sarebbe consistita nell’invio di comunicazioni non veritiere, ostacolandone così la funzione.
Chianti BancaLa sentenza della corte d’Appello