Siena, l’hub antipandemico è realtà:nasce la Fondazione del Biotecnopolo
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28 Agosto 2022Per la prima classe di medicine siamo al 50% oltre la media nazionale, per quelle contro l’impotenza secondi in Italia dopo la Campania. I generici sono scelti nel 37% dei casi, per avere quelli di “ marca” sborsati 58 milioni altrimenti evitabili
di Michele Bocci
Nessuno come la Toscana. Ogni giorno nella nostra regione, 66 persone ogni mille prendono un anti depressivo. È di gran lunga il dato più alto in Italia, di circa il 50% superiore alla media nazionale. Conferma una tendenza ormai cominciata da molto tempo, che ci vede in testa ai consumi per questa categoria di medicinali. Negli anni si è cercato di capire se i dati così alti siano legati a un maggior numero di diagnosi rispetto alle altre regioni, cosa che dal punto di vista epidemiologico non sembra avere molto senso, oppure se in Toscana si cura meglio la depressione perché appunto si avviano più trattamenti farmacologici. C’è anche il timore di prescrizioni, sempre con ricetta, inappropriate. Non avviene lo stesso ad esempio, con le benzodiazepine, che sono sedativi e ansiolitici spesso inseriti in fascia C, cioè a carico del paziente ma con prescrizione. In quel caso con 49 dosi giornaliere ogni mille consumate dai toscani siamo sotto la media nazionale.
I dati arrivano dal rapporto Osmed sul 2021, che è stato pubblicato quest’estate da Aifa e contiene tutti i numeri sui consumi dei farmaci. C’è un altro quasi primato che riguarda i toscani ed è quello sull’uso dei medicinali per la disfunzione erettile. In questo caso la regione, a pari merito con la Liguria, è seconda soltanto alla Campania, dove Cialis, Viagra e altri prodotti (ormai tutti con il brevetto scaduto e quindi sostituibili con il generico) vanno fortissimo. Da noi li usano ogni giorno 6,4 persone su mille, contro una media nazionale di 5,2. Tra l’altro nel tempo c’è stato un aumento importante degli acquisti, che in cinque anni sono saliti di oltre il 26%. La crescita siera interrotta nel 2020, probabilmente a causa della pandemia e soprattutto delle restrizioni più forti, come i lock down. La spiegazione sul grande utilizzo di questo tipo di medicinali, più alto di quasi tutte le altre Regioni potrebbe stare nell’età media alta della popolazione, proprio come quella della Liguria. Il discorso però non vale per i primi in classifica, che invece hanno un’età media degli abitanti tra le più basse del Paese.
Per il resto, il consumo dei farmaci da parte dei toscani non si discosta troppo dalla media. Ad esempio per quanto riguarda i fans, cioè anti infiammatori, e antipiretici, il consumo è inferiore a quello del resto d’Italia, con 19,8 dosi giornaliere ogni mille cittadini contro la media di 20,8. Sui contraccettivi, compresi quelli di emergenza, il dato è di 162,7 dosi al giorno per mille rispetto a una media di 138,5, ed è più basso di quello di molte regioni del Nord.
Riguardo ai generici, la Toscana è tra le realtà che ne usano di più, anche se il dato resta basso rispetto a quello di altri Paesi europei. Se si prendono tutti i medicinali che hanno il brevetto scaduto, nel 2021 sono stati il 37% quelli consegnati dalle farmacie in forma di generico. Per gli altri, cioè per il 63% i cittadini hanno chiesto comunque il prodotto di marca ( cosiddetto “ originator”) pagando di tasca propria la differenza con il prezzo del generico, che è passato gratuitamente. In questo modo l’anno scorso sono stati sborsati 52,8 milioni di euro dai toscani, cifra in aumento del 2% rispetto all’anno precedente. In Italia la media dell’uso del generico è del 30%, la Regione con il dato più alto è la Lombardia che sta al 43%, quindi ha dati molto migliori rispetto a quelli della Toscana.