Con Le Pen e Salvini i Patrioti scavalcano i conservatori di Ecr
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9 Luglio 2024CENTRODESTRA
Roma
Il “terremoto” del secondo turno francese divide in tre tronconi la maggioranza italiana a Strasburgo, ma soprattutto rischia, viceversa – agli occhi del centrodestra – di rimettere insieme i “cocci“ delle opposizioni. Che solo un mese fa apparivano divise e fuori gioco, ma ora rialzano la testa, per effetto del “combinato disposto” dei recenti ballottaggi nelle grandi città, vinti dal “campo largo” delle opposizioni e appunto – dell’esito più che sorprendente secondo turno francese.
Il presidente del Senato Ignazio La Russa ne aveva fatto soprattutto un problema di disincentivo alla partecipazione, sostenendo che «il secondo turno alimenta l’astensionismo». Ma ora il tema diventa un altro. Il rischio di favorire maggioranze per stato di necessità, non omogenee, veri e propri cartelli “anti”, il modello sperimentato in Francia che potrebbe riproporsi in Italia.
Il centrodestra ha gestito la campagna elettorale europea come una divisione momentanea originata dal sistema proporzionale. Ma ora la “campagna acquisti” scatenatasi a Strasburgo, in vista della riconferma che si preannuncia per il governo Von der Leyen, rischia di creare effetti insidiosi fra gli alleati di governo.
Da un lato la Lega, che scommette sul rafforzamento del gruppo degli ultra-nazionalisti guidati dai “patrioti” di Orban e Le Pen, che diventano il terzo per numeri, e per di più con il premier ungherese che nel cruciale semestre appena iniziato detiene la presidenza di turno dell’Unione. Dall’altra Forza Italia che vive senza imbarazzo alcuno l’allineamento con la maggioranza che esprime la Commissione uscente e l’asse con la presidente in odore di riconferma. In mezzo FdI. Tommaso Foti si consola definendo quella venuta fuori a Parigi una «maggioranza solo numerica» che «consegna l’Eliseo e la democrazia francese all’instabilità politica». Un «cartello degli opposti» che «non sarà in grado di governare». Ma è anche, questa, la presa d’atto che la “ricetta” della destra estrema ha fallito e, rivendica il capogruppo alla Camera, «l’unica destra che riesce a vincere in un grande Stato europeo è quella di Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni leader della coalizione di destra- centro. E proprio grazie alla sua autorevolezza, il governo italiano è, non a caso, il più solido e stabile in Europa, come confermato anche dalle elezioni dello scorso mese di giugno».
Il partito di Meloni non teme quindi ripercussioni in Italia, ma certo in Europa la strada è impervia, se la premier italiana non vuole recitare la parte la parte dell’asino di Buridano, che morì di fame nell’incertezza fra i due cumuli di fieno ai quali attingere, alla sua destra o alla sua sinistra. Ma c’è chi scommette che ora Meloni, con i numeri più ristretti di Ecr, avrà le mani più libere e meno palle al piede: «Non ha mai voluto essere la leader dell’estrema destra europea », rimarca il senatore di FdI Marco Scurria.
A Strasburgo si vedrà, ma in Italia il pericolo numero uno rischia di diventare ora proprio il doppio turno, soluzione di cui si era parlato in relazione al sistema di voto che si dovrà necessariamente modificare nel caso di avvento del premierato. Per FdI La Russa ha esplicitato la sua contrarietà. E se per la Lega Massimiliano Fedriga ha lanciato l’idea del turno unico come nelle Regionali, anche Forza Italia con il suo lader Tajani si dice dello stesso avviso: «Io non ho la soluzione in tasca, in questi giorni sto riflettendo sulle varie possibilità e ho riflettuto a lungo sulla legge per l’elezione dei presidenti di Regione », dice il vicepremier azzurro. « Per ora è solo un’idea, ma chiederò al nostro responsabile del settore elettorale di organizzare un gruppo di lavoro per studiare una proposta di legge elettorale confacente alla riforma del presidenzialismo », annuncia il leader azzurro, al Consiglio nazionale forzista.
Tuttavia che una situazione così incandescente in Europa non porti conseguenze anche in Italia è impensabile. Magari non scontri veri e propri, ma battaglie di posizione sì, per andare a riempire spazi che si creano. E, con una Lega sempre più allineata a Vannacci, e con un centro uscito stritolato dal voto europeo la scelta di Forza Italia è chiara: occupare l’area moderata poco presidiata. «L’estrema destra da sola è condannata a perdere », dice Tajani. «Le elezioni francesi indicano la necessità di una guida moderata nel centrodestra», gli fa eco il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri.