Consiglio comunale
Iniziata la discussione sul Poc, domani il voto. Italia Viva chiede modifiche sugli studentati e sullo stop agli alberghi
diErnesto FerraraDel Re e i suoi verso il no, per certi versi sulla linea di un’opposizione più intransigente delle stesse destre. Italia Viva e i renziani invece criticissimi ma a caccia di un accordo, ieri tutto il giorno a trattare, con l’ipotesi di un compromesso su studentati e nuovi bagni nel caso di frazionamenti. E chissà, forse alla fine non voteranno contro ma si asterranno, oppure usciranno dall’aula, quando domani scoccherà davvero l’ora X del Piano operativo, detto “Poc”.
La prima giornata di discussione sul documento urbanistico più importante della legislatura certifica la crepa nella maggioranza di Palazzo Vecchio suggerendo però lo scenario di un Pd con la ragionevole speranza di riuscire a portare a casa l’atto sul filo ma senza patemi. Diciotto voti garantiti, forse 19 se davvero, come pare, l’ex leghista Michela Monaco, ora nel gruppo misto, sedotta dall’attenzione ai temi della disabilità e delle barriere architettoniche nel Poc, voterà a favore. E in fondo anche l’altro ex leghista anche lui gruppo misto Andrea Asciuti si potrebbe astenere domani. Quel che è quasi sicuro è che il gruppo di Firenze Democratica ( Fd), i 3 consiglieri ex Piccioli- Calistri- Di Puccio seguaci dell’ex assessora all’urbanistica defenestrata dal sindaco Nardella un anno fa voteranno contro. Proprio Del Re aveva buttato giù le fondamenta di questo Poc in giunta eppure adesso lo ritiene snaturato, invotabile, tanto che i tentativi di mediazione sui 28 emendamenti proposti da Fd fanno poca strada, anzi nulla. In compenso sguardi in cagnesco per tutto il giorno con il Pd e con il sindaco, con Del Re che passa pure un paio d’ore in aula a sorvegliare la discussione, quasi a sfidare i suoi ex colleghi di giunta. Addirittura tra gli emendamenti delreiani ne spunta uno che attacca il sindaco sul no alla tramvia al Duomo definendolo capace di «reazioni incontrollate».
Persino Cellai e Draghi di Fdi e il centrista Cocollini dovranno notare che si tratta di toni che nemmeno a destra, ma tant’è. « Su frazionamenti, studentati, monetizzazionie Airbnb si fanno grossi passi indietro in favore della rendita. E non si impedisce la vendita dell’ex ospedale San Giovanni di Dio vincolandolo a social housing in maniera del tutto insufficiente » tuona Piccioli. E se nulla cambia domani lo strappo col voto diverrà formale. Italia Viva invece tratta. Le inviate renziane Felleca e Dardano parlano col Pd e con la giunta. Invocano modifiche sugli studentati (chiedono di vincolare a luglio e agosto i mesi di turistico-ricettivo), sui nuovi bagni in caso di frazionamenti, sullo stop ai nuovi alberghi in zona A fuori dall’area Unesco. Qualche emendamento di Iv il Pd potrebbe accoglierlo: « Vediamo » si dice tra gli strateghi dem, si cerca la forma di una non belligeranza. Come quella di un pezzo dei 5 Stelle, cioè di Lorenzo Masi (vittima di una spy story di password della mail rubate), che prende forma sull’assenza strategica al momento del voto sull’autoemendamento al Poc del sindaco. Su quell’atto anche Palagi della Sinistra si astiene, annotando che comunque l’ultima versione del piano è migliorata rispetto a quella dell’era Del Re. Nardella rivendica un Poc che porta un miliardo di investimenti, 10 mila posti di lavoro, insiste sull’housing sociale e introduce nelle norme urbanistiche le strade scolastiche, cioè chiuse al traffico all’ingresso e all’uscita. Oggi secondo giorno di maratona, domani l’ok. Salvo sorprese.