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12 Luglio 2023Le proposte sulla delega
ROMA — Obiettivo: non dire patrimoniale. Centrato. Presentando le proposte del Pd sulla delega fiscale, Elly Schlein dribbla le domande dei cronisti sul punto, fino a quando il responsabile Economia dem, Antonio Misiani, dice dritto: «Nei nostri emendamenti non se ne parla proprio, di patrimoniale». Probabilmente ha ancora in testa, la segretaria, l’uscita del suo predecessore, Enrico Letta, che all’avvio della campagna elettorale del 2022 aprì all’idea, aggiungendo subito «per i patrimoni plurimilionari», ma la postilla finì tritata da una gazzarra di attacchi e polemiche. Dunque la linea Schlein è chiara: non prestare il fianco. Per il resto il programma dem – per ora libro dei sogni, in futuro chissà – è unelenco di proposte che Virginio Merola, capogruppo in Commissione Finanze alla Camera, riassume così: «lotta alle rendite». «Redistribuzione ed equità», è il mantra di Schlein, convinta che «per abbassare le tasse a dipendenti e pensionati, bisogna intervenire sulle rendite, dove le aliquote sono basse».
Ecco allora la contro-riforma del Nazareno, con praticamente zero chance di passare in Parlamento, ma che comunque illustra un’alternativa, da sinistra: una riforma del catasto, odiatissima da Lega, FI e FdI, per aggiornare al valore di mercato gli immobili, ma redistribuendo il gettito fra i contribuenti «senza aumentare l’onere complessivo». E poi l’aumento della «progressività dell’imposta sulle successioni», una tassazione sulle rendite, appunto, che peraltro piccona un’altra riforma di Renzi, i piani individuali di risparmio. E ovviamente no alla flat tax e sì al modello tedesco, con scaglioni e aliquote rimpiazzati da un sistema progressivo «ad aliquota continua ». Con una logica «duale»: l’Irpef che varrebbe solo per i redditi da lavoro, mentre per tutti quelli derivanti dall’impiego di capitale ci sarebbe un’aliquota unica. Capitolo lotta all’evasione fiscale: per le riscossioni, le rateizzazioni a dieci anni andrebbero consentite solo «in casi di estrema difficoltà». Schlein apre al contributo «delle altre opposizioni», ma soprattutto attacca a testa bassa il governo: «Propone una riforma costosissima e corporativa, che strizza l’occhio agli evasori e dice: abbassiamo le tasse ai ricchi e ci saranno meno risorse per i servizi, gravando sui poveri. Non lo accettiamo».