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13 Giugno 2025A Gorizia si è aperto ieri il congresso nazionale dell’Acri Il presidente Azzone: «Recuperare spazi di flessibilità» Mattarella: «Preziosa l’attività di ridurre gli scarti tra i territori e la disuguaglianza tra cittadini»
«Ridurre gli scarti tra territori e la diseguaglianza tra i cittadini è funzionale all’unità del Paese, ed è, dunque, un’attività preziosa di cui, sono certo, l’azione legislativa e il sistema fiscale sapranno tenere conto». Questo chiaro richiamo alla coesione sociale non poteva che arrivare dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al XXVI congresso di Acri, l’associazione che riunisce le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio Spa, che ieri si è aperto a Gorizia. Al centro il tema “Comunità: insieme plurali”.
A fare gli onori di casa è stato l’arcivescovo di Gorizia, Carlo Roberto Maria Redaelli che ha voluto ricordare le fondazioni bancarie «eredi di una tradizione di solidarietà che ha chiare radici cristiane». Nelle vesti di presidente di Caritas italiana, monsignor Redaelli ha espresso anche la sua gratitudine per il sostegno prezioso che le fondazioni bancarie garantiscono a numerose iniziative di Caritas a supporto dei fragili.
Tra i presenti in sala anche l’arcivescovo Gian Carlo Perego, presidente di Fondazione Migrantes che nel 2022 aveva collaborato con Acri per l’accoglienza diffusa nelle diocesi
italiane dei profughi ucraini, uno dei tanti progetti possibili, grazie a questi finanziamenti privati. «Quasi tre quarti delle strutture del Terzo settore hanno partecipato a un progetto finanziato da una fondazione di origine bancaria», ha spiegato il presidente di Acri, Giovanni Azzone, sottolineando che il patrimonio gestito è di oltre 50 miliardi di euro e l’erogazione annuale è intorno al miliardo di euro.
In un mondo pieno di cambiamenti sociali, come la corsa all’intelligenza artificiale o l’inverno demografico che il nostro Paese si trova ad affrontare, secondo Azzone, è necessario ragionare su come debba cambiare il modo di lavorare delle fondazioni di origine bancaria. Il vice presidente dell’Anci, Stefano Locatelli si è fatto carico di rappresentare le fatiche dei sindaci, «oggi sempre più obbligati ad agire come fossero degli “psicologi” delle proprie comunità, trovando soluzioni ai bisogni e all’isolamento che deriva dall’impoverimento culturale e relazionale». Della necessità di «riportare le persone a stare insieme, a parlare, a partecipare, contrastando la crisi democratica e ricostruendo la capacità di dialogare e confrontarsi per co-costruire idee e sviluppare pensiero critico» ha parlato anche Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum del Terzo Settore. Mentre sul futuro della filantropia, al di là dei confini nazionali, si è concentrata la vice presidente di Philea, che riunisce 300 fondazioni in Europa (50 sono italiane, ndr) e ha l’obiettivo di «mettere a sistema tutto il potenziale della filantropia con l’ambizione etica di supportare una società più pluralista, più giusta e più inclusiva che ponga al centro le persone e il pianeta ». Resta aperto, secondo Carola Carazzone, un interrogativo enorme sulla governance dentro le fondazioni: quanti sono i giovani o le persone con esperienze di vita differenti o diversi background nei consigli di amministrazione?
Al di là della necessaria autocritica interna,
anche alle istituzioni è stato chiesto maggior supporto dal presidente di Acri. «Ritardi nell’azione, come un Dpcm che arriva troppo tardi o un’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate difficile da confutare, non hanno un effetto solo sulle fondazioni, ma hanno un impatto diretto sulla qualità della vita di donne, uomini e bambini ». La richiesta di recuperare spazi di maggior flessibilità in un contesto come quello di oggi che cambia in fretta si è unita al tema della detrazione Ires che, secondo l’interpretazione dell’Agenzia delle entrate può essere riconosciuto solo per erogazioni in via diretta. «Secondo questa interpretazione se noi come fondazione Cariplo distribuissimo i pasti ai poveri davanti alla nostra sede potremmo beneficiarne, al contrario non sarebbe possibile per noi dare soldi alla Caritas per le sue mense».
In chiusura quelle stesse parole del presidente Mattarella sono state fatte proprie da Azzone: «Investire sulla comunità nazionale che non significa togliere risorse al proprio territorio, ma piuttosto generare una crescita di opportunità per tutti».