La versione di Schlein “L’Ulivo, le nostre radici Abbiamo riportato il Pd dove la sua gente voleva”
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Tajani: sì all’avanzamento sul nucleare Calenda: porteremo i contenuti in Aula
ROMA È un rapporto che fa discutere a Bruxelles, per il suo tratto radicale, da «ultimo appello» per l’Unione europea, ed è un piano dettagliato per il rilancio della competitività della Ue che fa discutere anche a Roma. A Palazzo Chigi scelgono ufficialmente di non commentare, ma basta ricordare le parole espresse da Giorgia Meloni a Cernobbio, pochi giorni fa, per sentirsi rispondere che la presidente del Consiglio non può che essere d’accordo sulla maggior parte dei suggerimenti di Mario Draghi, a cominciare dalle risorse necessarie per «finanziarie quelle strategie che la Ue individua di continuo ma poi dimentica di perseguire».
È un giudizio complessivo che si ritrova anche nelle parole di uno degli uomini di punta di Meloni a Bruxelles: «Il rapporto ha il merito innegabile di richiamare l’Ue alla concretezza delle grandi sfide e di scrivere finalmente la parola fine su una stagione dominata troppo a lungo da una dannosa ideologia ultra ambientalista e anti industriale», scrive Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia-Ecr al Parlamento europeo. «Serve una nuova stagione di concretezza e pragmatismo per rilanciare competitività e produttività delle aziende europee».
Anche da Forza Italia arriva una reazione positiva, sebbene parziale: «Dobbiamo intanto completare il mercato dei capitali e dell’energia. Il costo dell’energia a volte spezza le gambe alle nostre imprese», dice il vicepremier Antonio Tajani: «Ribadisco che siamo favorevoli all’avanzamento sulla realizzazione del nucleare che è l’unica vera strategia perché possa ridurre il costo dell’energia».
«Mentre noi ci battiamo per investimenti comuni europei, e Draghi ha detto che ci vogliono 800 miliardi l’anno, un doppio piano Marshall, questa è una cosa importantissima, rischiamo di non vedere nemmeno quei 700 miliardi spalmati di Next Generation EU» ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein,
Fratelli d’Italia
Fidanza: serve una nuova stagione di concretezza e pragmatismo
Un applauso convinto arriva da Carlo Calenda, leader di Azione: «Il rapporto contiene dieci politiche industriali (difesa compresa) settoriali e cinque politiche orizzontali, costi e coperture. Il contenuto è dirompente per accuratezza dell’analisi, magnitudo (800 mld) e impatto geopolitico. L’alternativa è la rapida fine dell’Ue. Porteremo in Parlamento la discussione sui suoi contenuti». Uguale consenso esprime Maurizio Lupi, di Noi moderati: «Draghi ha detto quello che abbiamo sostenuto in due anni di governo. L’Europa deve cambiare con urgenza e concretezza».
Storce il naso la Lega. Claudio Borghi sostiene che «ogni riga del rapporto Draghi rappresenta un pericolo per l’Italia». E poi aggiunge con Paolo Borchia, capo delegazione al Parlamento Ue: «L’establishment che governa in Ue si accorge che questa Europa, a dispetto della retorica imperante, ha grossi problemi e non piace ai cittadini, così l’establishment stesso tenta di trovare le risposte per rimediare ai suoi stessi errori».
Una bocciatura netta invece è quella dei Cinque Stelle: con il senatore Mario Turco, «Mario Draghi si ravvede tardi. Con tutto il rispetto per l’ex presidente della Bce, ma che l’Europa sia oggi moribonda nella competizione globale era visibile ben prima che venisse celebrato il nuovo Patto di stabilità, che rappresenta il funerale di ogni esigenza di investimento».
Cambiamento
Lupi (Noi moderati): Draghi ha detto quello che abbiamo sostenuto in due anni di governo
Parole di apprezzamento arrivano invece sia da Enrico Letta, che a sua volta ha presentato un suo rapporto sul futuro economico della Ue («Credo anche che la dotazione economica si possa trovare, se si riescono a integrare i mercati dei capitali, se si riesce a far sì che i mercati dei capitali scatenino quella capacità di investimenti privati per i beni pubblici che, ad esempio, avviene negli Stati Uniti e che da noi invece non avviene»), sia da Paolo Gentiloni, che sottolinea «l’urgenza per l’Europa di svegliarsi, di guardare alle difficoltà che possiamo avere nei prossimi anni nel competere con Stati Uniti, Cina e altre parti del mondo» e come «questa urgenza accompagna proposte molto ambiziose».