L’ultimo film di Paola Cortellesi è un trionfo di pubblico e critica, specie sulla stampa che si usava definire “progressista”. In questo clima di acclamazione e gradimento, Repubblica ha lanciato la polemica: il ministero della Cultura ha negato al bel film di Cortellesi il sostegno pubblico che generalmente viene riconosciuto alle opere di pregio (e a volte anche a quelle di non pregio). Ecco il titolo: “’Opera di scarso valore’. E il ministero della Cultura negò i finanziamenti al film di Cortellesi”. In questo clima di occupazione della cultura e nuove egemonie, il lettore distratto potrebbe essere portato a pensare che il titolo di Repubblica si riferisca a quel cattivone di Gennaro Sangiuliano, ministro in carica, forse troppo impegnato nel solletico delle nostalgie tolkeniane per apprezzare un film sulla condizione femminile. E invece i finanziamenti a Cortellesi sono stati negati a metà 2022, con il ministro del Pd Dario Franceschini ancora in carica, per decisione di una sottocommissione ministeriale nominata da Franceschini medesimo. Se un torto è stato fatto al film il “colpevole” è a “sinistra”, ma non c’è una parola che lo specifichi nella titolazione e nel testo dell’articolo. Le notizie sul ministero della Cultura di questi tempi sono copiose, ma Sangiuliano stavolta non c’entra.
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