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28 Ottobre 2023Nella bozza di legge toscana il tetto dei 4 appartamenti: chi ne ha di più fa impresa
Giulio Gori
La Regione prova a blindare la norma Nardella che vuole dare uno stop agli Airbnb. Allo studio della giunta, c’è infatti una riforma del «Testo unico del sistema turistico regionale» formulata dall’assessore Leonardo Marras. I tempi saranno lunghi, la squadra di Eugenio Giani non ha ancora approvato la proposta, che comunque poi andrà ratificata dal Consiglio. Ma l’intento è chiaro: dare una pezza d’appoggio a Palazzo Vecchio per resistere ai ricorsi che la norma anti affitti turistici brevi quasi certamente incontrerà.
La proposta si compone di due punti: il primo vuole mettere un freno ai grandi property manager che gestiscono decine o centinaia di case, e stabilisce che chi ha oltre 4 appartamenti diventa automaticamente imprenditore. La scelta di fissare il limite a 4 è provvisoria e emendabile, ma l’intenzione è comunque quella di stabilire un tetto. Quest’idea ne ricalca una quasi identica che era stata approvata nella scorsa legislatura che fu impugnata dal governo e bocciata dalla Corte costituzionale: «Ma stavolta è stata scritta in modo diverso e siamo convinti che resisterà a ogni ricorso», spiegano sottovoce da ambienti vicini alla giunta.
La seconda norma della bozza vuole invece dare ai Comuni la possibilità di regolamentare e limitare gli Airbnb nelle aree Unesco: un assist a Nardella, tanto più importante perché la Regione è costituzionalmente titolata a legiferare sul turismo.
Ma ora dal sindacato degli inquilini Sunia-Cgil arriva una proposta alla Regione per mettere un ulteriore freno alle locazioni turistiche brevi: l’idea è di inserire nel Testo unico sul turismo e anche nella legge urbanistica Marson una nuova sotto-destinazione d’uso «turistico ricettiva extralberghiera», da distinguere da quella residenziale. Con questo dispositivo, i sindaci, potendo bloccare gli automatismi nel passaggio tra le diverse destinazioni d’uso, avrebbero un potere enorme per regolare gli Airbnb. Tanto più che la proposta, presentata ieri al convegno «Abitare le città del turismo» all’auditorium del Consiglio regionale, ha ottenuto la benedizione dei massimi livelli del sindacato: «Bisogna intervenire, perché le locazioni turistiche brevi svuotano le città e impoveriscono il lavoro — ha detto il segretario generale toscano della Cgil, Rossano Rossi — L’emergenza casa sarà uno dei grandi temi dello sciopero generale del 17 novembre».
«L’intervento del governo che vuole aumentare la cedolare secca da 21 a 26 euro non basta, le locazioni turistiche vanno trattate come imprese — ha commentato il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo — Per questo la giunta ha allo studio una riforma del Testo unico del turismo».
Ma il fenomeno degli Airbnb ormai va oltre le città d’arte. E prende piede su tutto il territorio. A dirlo è Laura Grandi del Sunia: «Secondo i dati di Airdna a ottobre sono 68.039 le locazioni turistiche attive in Toscana: il fenomeno degli affitti brevi è esploso in maniera impressionante in tutta la regione: non solo a Firenze, ma anche a Pisa, Siena, Lucca, Arezzo e a seguire anche nelle realtà più piccole. Mentre 200 mila famiglie toscane vivono in condizione di disagio abitativo». E il dato di Airdna sottostima il fenomeno, visto che gli unici due Comuni che dal censimento risultavano senza Airbnb, Montemignaio e Agliana, secondo i sindaci ne hanno almeno tre ciascuna.
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