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Ci sono territori che sembrano condannati ad aspettare. Aspettare che un cantiere riparta, che una frana venga sistemata, che una promessa si traduca finalmente in realtà. L’Amiata è uno di questi. E oggi il simbolo di quest’attesa senza fine ha un nome preciso: la Galleria Le Chiavi, sulla SS2 Cassia, chiusa da oltre un anno e mezzo.
Il cantiere è fermo, i lavori sono fermi al 28% dell’avanzamento previsto, mentre la riapertura è ufficialmente fissata al 30 aprile 2026. Ma quella data, più che una certezza, appare sempre più come un orizzonte sfocato.
Nel frattempo, la vita quotidiana delle persone è diventata più difficile. Studenti, pendolari, lavoratori, famiglie e anziani affrontano ogni giorno tragitti più lunghi, disagi nei collegamenti e difficoltà di accesso a servizi essenziali. Non è solo una questione di mobilità: è una questione di diritti, di equità territoriale, di giustizia sociale.
La vicenda della Galleria Le Chiavi racconta molto più di un’opera incompiuta: racconta una Toscana ancora troppo accentrata, sbilanciata sui grandi centri urbani, che continua a trascurare la tenuta e lo sviluppo delle aree interne. Una Toscana “per pochi”, che rischia di perdere la propria ricchezza più autentica: quella della Toscana diffusa, fatta di comunità resilienti, territori produttivi, paesi che innovano e resistono.
Ma la Toscana diffusa non ha bisogno di retorica. Ha bisogno di infrastrutture adeguate, di decisioni chiare, di investimenti concreti. Nel sud della regione – e in particolare sull’Amiata – la situazione della viabilità è critica: strade dissestate, frane mai risolte, collegamenti lenti e insufficienti. Una condizione che ostacola la vita quotidiana e compromette ogni prospettiva di crescita.
Le imprese locali – dalla manifattura all’agricoltura, dal turismo ai servizi – pagano ogni giorno il prezzo di questa marginalizzazione. Ma il costo più alto lo subiscono le persone: in termini di isolamento, di disuguaglianza, di perdita di fiducia.
Non possiamo più permetterci di aspettare. Servono tempi certi, risorse mirate, responsabilità condivise. Serve una strategia regionale e nazionale che riconosca le aree interne come una risorsa da valorizzare, non come un problema da gestire.
La Galleria Le Chiavi non è solo un cantiere in ritardo: è un test sulla coerenza delle politiche pubbliche. È la prova che il futuro della Toscana si gioca anche – e forse soprattutto – nei luoghi oggi trascurati. L’Amiata non chiede privilegi, ma il diritto di essere parte di una regione che non lasci nessuno indietro.