Siena
Il maestro svela la decisione del giudice di Milano. «Ricevute minacce di morte»
SIENA
«Sconcertato dal clamore che hanno suscitato alcuni articoli riguardanti la mia persona ed il mio privato, pubblicati da alcuni giornali locali, in Toscana, tuttavia, in primis, riferisco che con il Sindaco Nicoletta Fabio, non ho mai avuto modo di parlare dell’annosa vicenda giudiziaria che mi vede coinvolto. Questo perché non antepongo mai le questioni private a quelle professionali e la vicenda era già di dominio pubblico. Non sono stato condannato e, sino a sentenza definitiva, passata in giudicato, sarò un cittadino italiano, libero ed innocente. Il sindaco mi ha scelto come pittore del Palio per il percorso e le peculiarità artistiche. Sicché, appare evidentemente pretestuoso insinuare che la professoressa Fabio mi abbia voluto per la carriera di Provenzano, in quanto sindaco di ’destra’, sibilando, all’orecchio dei lettori, un’equazione da manuale dei luoghi comuni: politici di destra = antisemitismo». Inizia così la lunghissima difesa del maestro Giovanni Gasparro. Siena ha accolto con un’ovazione il suo Palio, «dispiace che ora, un gruppo sparuto di persone, alcune delle quali animate da ideologia politica e surreali rigurgiti anticlericali, voglia macchiare un’opera ed una commissione comunale così pulita, limpida ed onesta», scrive svelando «che il Gip del tribunale di Milano, a seguito di una querela sporta dalla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica e dall’Associazione Italiana Giuristi ed Avvocati Ebrei del capoluogo lombardo, in accoglimento della richiesta di archiviazione formulata dal Pubblico Ministero, con ordinanza del 25 marzo 2022, ha archiviato, per infondatezza della notizia di reato, il procedimento incardinatosi a mio carico, per il reato di cui all’art.604 bis del Codice Penale in riferimento alla pubblicazione dell’opera denominata ’Martirio di San Simonino da Trento’». Il maestro sottolinea tra l’altro come nell’ordinanza si rilevi «che la diffusione via internet dell’opera non può ritenersi istigatrice dell’odio razziale o etnico ma rilevante solo dal punto di vista estetico». Gasparro aggiunge che nello stesso provvedimento si dice che il dipinto che ritrae il ’Martirio di San Simonino di Trento’ non può considerarsi un’opera antisemita. Quindi in termini giudiziari la realizzazione del dipinto e la sua diffusione rappresentano comportamenti leciti». Segnala inoltre di essere stato per quest’opera dipinta nel 2019 «bersaglio di minacce, anche di morte, hanno provato ad hackerare i miei siti web, a farmi revocare premi internazionali. Sono stato persino pedinato», prosegue ricordando di non aver intrapreso allo stato «alcuna iniziativa a mia tutela sempre nell’ingenua speranza di sedare le polemiche e potermi dedicare alla pittura». Auspica tra l’altro che qualcuno gli esprima ora pubblicamente la solidarietà, già ricevuta in privato, «perché questo episodio di bieca censura e caccia alle streghe, mediatica e giudiziaria, getta un’ombra sinistra sulla libertà di tutti i senesi e degli italiani, non solo la mia».