
Gli antisemiti a Roma i misogini a Milano ecco la mappa dell’odio
13 Marzo 2025
The Kinks – Waterloo Sunset
13 Marzo 2025Il conflitto in Medio Oriente
M. Ser.
GERUSALEMME «Nessuno espellerà nessuno dalla Striscia». Fa dietrofront il presidente Donald Trump mentre riceve alla Casa Bianca il premier irlandese Michael Martin: niente più piano «Gaza Riviera». In queste ore è Steve Witkoff, inviato speciale Usa per il Medio Oriente atterrato lunedì sera a Doha, il volto della trattativa. È sulla sua proposta che dice di concentrarsi Israele: l’estensione di circa due mesi del cessate il fuoco, durante i quali Hamas rilascerebbe subito circa la metà degli ostaggi ancora in vita, e la fine dei combattimenti. E se Hamas si definisce «flessibile» sull’estensione della prima fase finita il 1° marzo, il nodo resta proprio il futuro politico della Striscia e il disarmo di Hamas. Un nuovo stallo che rischia di durare per tutto il mese. E che i parenti di 50 ostaggi israeliani provano a sbloccare con un’istanza alla Corte suprema per chiedere l’annullamento dell’interruzione delle forniture di elettricità alla Striscia di Gaza, ordinata domenica dal governo israeliano. In mezzo, la scadenza di un ultimatum lanciato dalle milizie sciite yemenite Houthi che minacciano, elogiate da Hamas, di riprendere i bombardamenti nel Mar Rosso se il governo israeliano non riaccenderà la corrente a Gaza. Restano così al buio 2,3 milioni di civili nella Striscia e senza aiuti umanitari mentre il 90 per cento della popolazione è senza accesso all’acqua potabile secondo Unicef. «Basta punizioni collettive contro palestinesi e uso degli aiuti come strumento di guerra», è l’appello di Medici Senza Frontiere, mentre è attesa per il 28 aprile all’Aia l’apertura delle udienze della Corte internazionale di giustizia sugli stop israeliani. Ogni opzione resta sul tavolo per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, lo stesso tavolo su cui ieri ha tirato un pugno nell’aula di tribunale dove è a processo per corruzione: da una nuova tregua fino alla ripresa dei combattimenti. Ieri il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e quello della Difesa Israel Katz hanno annunciato nuovi benefici per i riservisti dell’Idf per un valore di 820 milioni di dollari. Mosse che, insieme alla ristrutturazione dell’esercito, provano a tenere insieme un Paese in guerra da ormai 523 giorni.