Ricapitoliamo: il centrodestra sfiducia De Mossi, ma lo sostiene fino alla fine del mandato, rinnega il gruppo del Castagnini, ma non dice nulla su Tafani a Sigerico
23 Gennaio 2023News
24 Gennaio 2023di Pierluigi Piccini
“Vorrei fare presente che la lista civica di Massimo Castagnini non è di centrodestra, ma di centrosinistra ed infarcita di vecchi socialisti e pidiessini. Gente mai vista a destra e che ha fatto soldi, carriera e governato sempre con la sinistra compreso il neo Davide Chiti”. Non me ne vorrà Riccardo Pagni se utilizzo queste sue affermazioni per introdurre alcuni ragionamenti. Non ritengo che ci siano dei grandi errori nelle parole di Riccardo. Ma se è così allora la giunta De Mossi, nella gestione del potere, non ha introdotto nulla di nuovo: ha solo gestito un trasversalismo di cui abbiamo avuto dei segnali nelle nomine che, via via, sono state fatte in questi cinque anni. E tra quella “gente…che ha fatto soldi, carriere e governato sempre con la sinistra” è plausibile che ci siano stati anche quei soggetti, quei gruppi dirigenti che all’epoca hanno permesso o fatto quello che Pagni afferma. Quindi secondo quest’ultimo la giunta De Mossi è stata, nei fatti, la continuità con l’esperienza del centrosinistra e del Pd. Ma c’è qualcosa di più, evidentemente: “il vero centrodestra” ha consentito per cinque anni che ciò avvenisse con una gestione dell’Amministrazione comunale diciamo fortemente mediocre, per essere molto generosi. Allora c’è una corresponsabilità tra De Mossi, la giunta e i sostenitori politici, i partiti del centrodestra che in questi cinque anni se ne sono fatti garanti. Tanto più che la scelta di un candidato sindaco avvenuta solo dopo aver consultato l’impossibile, ricevendo solo dinieghi, è la certificazione del fallimento dell’attuale maggioranza. Condivido, viceversa, la possibilità che il gruppo di Castagnini possa giocare le sue carte al secondo turno una volta che si conoscerà chi sarà andato al ballottaggio. Anche perché, ad oggi, non abbiamo capito bene qual è il perimetro delle alleanze in cui si muovono i candidati alle primarie del centrosinistra. A questo proposito la Ferretti è stata eccessivamente generica: da lei nessuna affermazione capace di fare chiarezza e di dare un giudizio nitido sul gruppo Castagnini, mentre quello sul centro destra è scontato. La Ferretti viene da lontano: è donna di apparato e per esserlo non è sufficiente non essere iscritta ad un partito. Un centrosinistra sottotono sembra quasi che abbia scelto una linea elettorale dai toni bassi. Una opzione che non permette di capire le proposte di governo per la città. Speriamo che tutto possa cambiare in concomitanza delle due primarie che il partito di Valenti e Roncucci dovrà affrontare a breve. Un cambio di atteggiamento sarebbe utile per l’elettorato e per il confronto di merito con gli altri pretendenti al ruolo di sindaco. Sarebbe biasimevole assistere a un confronto nelle primarie basato sui dati anagrafici e poco più.