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31 Maggio 2024di Pierluigi Piccini
Onestamente, avevo preparato un paio di domande, da sottoporre ai chi rappresenta la lista “Oltre il Ponte” di Piancastagnaio. Domande che non mi sembra più – dopo aver letto attentamente il loro programma – di dover fare. Avrei voluto chiarire una certa contraddizione tra ciò che veniva asserito dal loro candidato sindaco e alcune prese di posizione, in modo particolare di uno dei dodici candidati al Consiglio comunale: una curiosità legittima, a beneficio di chi andrà a votare. Perché, a questo punto, è inutile chiedere? Perché, ad esempio, non c’è una presa di posizione chiara a favore o contro la geotermia, visto che tutto viene demandato ad un sondaggio “universale” da sottoporre ai cittadini di Piancastagnaio, in un secondo momento. Tutto legittimo, per carità: ogni forza politica decide come ritiene meglio il suo rapporto con i votanti, e non solo con essi. È anche vero però che, in questo modo, gli elettori non hanno una presa di posizione chiara da confrontare tra chi si presenta per governare il Comune in cui vivono.
Il rinvio a decisioni aleatorie lascia aperta la porta a qualsiasi responso: se vincesse la posizione contraria e intransigente, allora tutto ciò che è in corso (e non è poco) sulla geotermia rischia di essere annullato o addirittura bloccato. In questa totale incertezza, evidentemente, è inutile anche fare domande, perché non ci sarebbero risposte. Questa indeterminatezza è particolarmente grave, non solo nei confronti dei cittadini (che non sono messi in grado di scegliere), ma anche nei rapporti con terzi siano essi l’Enel, come con gli altri comuni dell’Amiata, come la Regione Toscana.
A ben guardare, questa (non) scelta programmatica della lista “Oltre il Ponte” ha una motivazione fortemente politica. Vediamo quale: le difficoltà di ricomporre una visione condivisa all’interno della lista viene scaricata sui cittadini, demandando ad un eventuale voto referendario una materia molto complessa, di difficile semplificazione. Di conseguenza, i consiglieri che verranno eletti non avranno la possibilità di svolgere il loro ruolo, vista la delegittimazione implicita del Consiglio comunale: a cosa servirebbero i loro rappresentanti, se le scelte vengono affidate ai sondaggi? Si attua una visione che sa di populismo, decisamente invisa al Partito democratico, se non è solo un argomento di elettorale di facciata: siamo sicuri che la scelta dell’eventuale referendum – perché di questo si tratta – venga effettivamente rispettata? Siamo di fronte a un doppio inghippo: si portano i cittadini a votare senza una posizione chiara, confrontabile, nell’assenza di garanzie che il risultato dell’eventuale sondaggio universale-referendum si traduca in scelte coerenti. Così, semplicemente.