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La decisione del TAR della Toscana di respingere i ricorsi contro il rinnovo delle concessioni geotermiche chiude una lunga fase di incertezza e rimette al centro una scelta politica precisa della Regione. Con la sentenza si sbloccano gli effetti dell’accordo firmato a febbraio con Enel Green Power, sostenuto dalla Giunta regionale, e si restituisce continuità a una filiera energetica che in Toscana ha un valore strategico.
«È una decisione importante», ha commentato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, sottolineando come il pronunciamento del Tribunale consenta di procedere con l’attuazione degli impegni assunti nell’accordo sulla geotermia. Un passaggio che rafforza il ruolo della Regione nella gestione di una risorsa rinnovabile che, ha ricordato Giani, rende la Toscana la prima regione italiana per produzione geotermica.
I numeri danno la misura del peso del settore: oltre 5.900 GWh di energia elettrica prodotti ogni anno, pari al consumo di più di due milioni di famiglie, e circa 10 mila utenze servite dal calore geotermico nei territori tra Pisa, Siena e Grosseto. «La geotermia è energia pulita – ha ribadito Giani – una risorsa straordinaria che continuiamo a valorizzare», collocandola stabilmente dentro la strategia regionale di transizione energetica.
È in questo quadro che si inserisce l’inaugurazione della centrale secondaria del teleriscaldamento di Piancastagnaio, in via Roma, infrastruttura decisiva per estendere la rete al centro storico e all’area sud del paese. Un intervento che traduce sul piano locale la scelta regionale sulla geotermia, trasformando la produzione energetica in servizio pubblico.
Il progetto, avviato nel 2016 dopo anni di annunci, entra ora nella sua fase conclusiva. «Un’opportunità concreta per la comunità», ha dichiarato il sindaco Franco Capocchi, ringraziando tecnici e imprese per il rispetto dei tempi legati al PNRR. Attualmente gli allacciamenti alla rete sono circa 700; la previsione per il prossimo inverno è di raggiungere quota 1.100, con il completamento dell’intero sistema entro agosto 2026. Accanto al sindaco, l’ingegner Raffaele Casuccio, ex dirigente Enel e consulente dell’amministrazione comunale, ha seguito l’evoluzione tecnica dell’intervento.
Le ricadute sono immediate: riduzione delle emissioni locali, superamento delle caldaie a combustibili fossili e delle combustioni a legna e pellet, miglioramento della qualità dell’aria e maggiore stabilità dei costi energetici per famiglie e attività. Dal prossimo inverno Piancastagnaio si avvia a diventare uno dei pochi comuni dell’area amiatina in cui il riscaldamento domestico non produce fumi né polveri.
La sentenza del TAR, le parole del presidente Giani e l’entrata in funzione della centrale secondaria compongono così un unico quadro. La geotermia esce dal terreno dello scontro ideologico e si afferma come infrastruttura pubblica regolata, con effetti misurabili sul territorio. È su questa coerenza tra livello regionale e locale che si gioca oggi il futuro energetico dell’Amiata.





