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SIENA “Su Mps c’è la volontà di procedere, il sentiero è q u e l l o”. Poche parole ma chiare, per ribadire la volontà di andare in fondo con la vendita di un altro pacchetto di azioni. Impossibile ottenere di più dal ministro Giancarlo Giorgetti, nonostante da giorni si rincorrano voci su possibili cordate. “Qualcu – no dice che turbo i mercati, quindi non do giudizi su questo o quell’a l t ro”, ha sottolineato il titolare del dicastero dell’Ec o n o m ia. Quindi inutile tentare con il nome di Enrico Marchi, l’imprenditore che si metterebbe alla testa di un gruppo per rilevare tra il 7,5% e l’11,5% del capitale di Rocca Salimbeni, oppure con Unipol, che nonostante la smentita del presidente Carlo Cimbri, potrebbe puntare a un accordo per una partnership bancario-assicurativo per sostituirsi a quella in essere con Axa. Strategie che in ogni caso sono destinate ad avere un’accelerazione entro la fine dell’anno, perché in base all’intesa con le autorità europee, si rende necessaria da parte dello Stato una cessione delle quote attualmente possedute. Senza sottovalutare il ritorno per le casse pubbliche, consid e ra n d o che nelle due precedenti diluizioni il Mef ha già recuperato quanto messo in campo per l’aumento di capitale del novembre 2022. Dalle banche, quindi anche da Mps, arriverà poi un contributo previsto dalla manovra di bilancio. La stima è di 3,5 miliardi e a differenza di quanto accaduto l’anno scorso con la tassa extra-profitti, questa volta nessuno si tirerà indietro. Tanto che per Intermonte, “la strutturazione di questo tipo di contributo è positiva per le banche, perché non va a impattare il conto economico, come previsto l’anno scorso. Non c’è quindi rischio di riduzione o intaccamento delle remunerazioni, siccome il tema è semplicemente di cassa e non a livello di util e”. Se gli analisti strizzano l’occhio alla misura, la politica si è subito divisa. E in mezzo ci è finita anche Montepaschi. “Schlein accusa il Governo di fare il gioco delle tre carte sul sistema bancario. Oggi il Governo concorda un passaggio con il sistema bancario per trovare risorse per la sanità – ha evidenziato Andrea Delmastro, sottosegretario di Fratelli d’Italia – Quando governava il Pd il gioco di carte era ‘asso piglia tutto’, con Mps che veniva salvata dal Pd con le tasse degli italiani. La differenza è abissale e ne andiamo org ogliosi”.