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Lodi, l’ultima notte della ristoratrice: la vergogna e la discussione con il marito. Chieste verifiche a Google
di Andrea Galli
Sant’Angelo Lodigiano (Lodi) L’audizione in caserma e la difesa. La cena con il marito Nello e la discussione. L’uscita di casa sulla Fiat Panda. Il primo tentativo di togliersi la vita, sul sedile lato guidatore, con una lametta. La discesa nel Lambro per lasciarsi morire camminando incontro al fiume, qui dove fra tubi di cantiere, fusti di benzina e sacchi colmi di resti di cibo e bottiglie, una discarica abusiva separa la strada sterrata dal declivio infangato verso le acque. Dalla mattina di sabato alle quattro della notte di domenica (il decesso è da datare a prima dell’alba) le ultime ore della 59enne Giovanna Pedretti, titolare di una pizzeria nel paese di 13 mila abitanti, passata dalla pubblica gloria su Internet agli insulti: aveva replicato con umanità e decisione a un cliente che in una recensione online s’era detto offeso d’aver avuto vicini di tavolo gay e disabili; successive ricostruzioni avevano sentenziato che quella recensione l’avesse scritta lei stessa per farsi pubblicità.
Giovanna era molto seguita dal medico di base, ma senza l’ulteriore coinvolgimento di psicologi o psichiatri, per disturbi di natura nervosa legati al suicidio, dieci anni fa, dell’adorato fratello. Esclusi dati documentali critici relativi allo stato economico della pizzeria, il che, nell’ovvia coltivazione del dubbio degli inquirenti, non impedisce l’esame di eventuali anomale uscite di denaro nella vita privata. Ma le ultime ore, dicevamo.
La discussione in casaChiamata dai carabinieri come persona informata sui fatti, a rendere notizie proprio sulla vicenda della recensione e ai conseguenti attacchi, nella locale caserma dei carabinieri Giovanna aveva detto di ignorare l’identità del cliente, di conseguenza avallando lo schema di una totale estraneità a una presunta macchinazione (sua o insieme ai famigliari).
Nel pomeriggio e in serata, Giovanna, nata proprio a Sant’Angelo Lodigiano, donna tenace e dotata di forte autostima, generosa, lavoratrice appassionata, era stata nel locale, avviato nel 2014, passando tra la cucina e la sala per governare il personale e intrattenersi con gli avventori: le piaceva esser padrona della scena. Chiusa la pizzeria, nella medesima bassa palazzina di via XX Settembre che ospita la casa, Giovanna era rientrata con Nello. A tavola s’erano però dedicati a una sostenuta conversazione, con le lamentele di Giovanna per la situazione, la vergogna per quel passare da approfittatrice, da spietata, e in una comunità piccola, di conoscenze incrociate, di rapporti consolidati, del buon nome da proteggere. Sempre.
Stando alle dichiarazioni del marito, non ci sarebbe stato un litigio e Giovanna non avrebbe fatto riferimento a intenti suicidari; semmai c’erano stati i plurimi inviti di Nello a dimenticare la vicenda. La coppia si era trasferita in camera da letto; il 62enne si era coricato e Giovanna era uscita. Niente di anomalo: aveva l’abitudine di camminare nelle campagne, anche con il buio, per contrastare l’insonnia. Motivo per cui, a distanza di ore, Nello aveva esitato a chiamare i carabinieri per segnalare la scomparsa.
Le richieste a GoogleLa Procura retta da Maurizio Romanelli indaga per istigazione al suicidio, una misura anche «funzionale» alle necessarie verifiche tecniche con l’apertura di un fascicolo contro ignoti, e punta ad appurare, per eliminare ogni possibile mistero, che qualora fasulla quella recensione non sia stata scritta dai famigliari: un’idea comune, di Giovanna, del marito e della figlia, o forse un’idea suggerita da quest’ultima.
I carabinieri del colonnello Alberto Cicognani risaliranno all’identità dell’apparecchio fonte della recensione (un cellulare o un pc) e chiederanno approfondimenti a Google. Restano la conferma dell’assenza di biglietti d’addio e «spiegazioni» nonché quella di mancate azioni come la sistemazione di beni personali e arredi, il pagamento di bollette e la risposta a email che lascino ipotizzare una preparazione al suicidio con un «congedo». Non sono emerse ricerche online su modi e mezzi per togliersi la vita. Le disperate modalità finali di Giovanna Pedretti, in riva al Lambro, escludono ogni ripensamento, fosse anche stato d’istantanea durata.